Le stesse che sono alla base della convivenza e che sono, in ultima istanza, fondamento della nostra autonomia speciale” sono le motivazioni dell’onorificenza di cui ha dato lettura il presidente.
Nel corso del suo intervento, Platter ha parlato dei tanti progetti comuni promossi nel corso degli anni, che spaziano dal tunnel di base del Brennero che guarda allo sviluppo dei tre territori, fino alla formazione dei giovani. “L’Euregio è una patria comune e rappresenta il futuro delle nostre comunità. L’obiettivo è quello di continuare a coinvolgere le cittadine ed i cittadini dell’Euregio, oltre ai Comuni, affinché contribuiscano alla crescita territoriale con le loro idee. Insieme possiamo consolidare e accrescere il nostro benessere, continuando ad affrontare sfide importanti, come abbiamo fatto nel corso della pandemia, mentre ora ci stiamo confrontando su temi quali inflazione e crisi energetica che stanno creando una situazione di incertezza”.
Alla cerimonia hanno preso parte tanti cittadini, oltre a rappresentanti delle istituzioni con - tra gli altri - il commissario del Governo, Gianfranco Bernabei, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, il presidente del Consiglio provinciale di Trento e numerosi sindaci rappresentati dal presidente del Consorzio dei Comuni trentini, oltre al direttore generale del Museo Storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi, ai rappresentanti delle categorie economiche e ai sindacati.
Secondo il presidente della Provincia autonoma di Trento, questi cinquant’anni vanno festeggiati e riconosciuti nella loro straordinaria valenza, perché l’esercizio responsabile dell’autonomia ha consentito di trasformare il Trentino, contribuendo in modo sostanziale allo sviluppo e alla crescita della società e dell’economia locali. L’identita` che va riscoperta e rilanciata deriva dalla collocazione geografica e territoriale del Trentino, che si e` sviluppato lungo il “corridoio del Brennero” e anche le valli laterali sono caratterizzate dalla comunanza di interessi e di visioni con gli altri Land che vivono questa stessa dimensione.
Le parole chiave più significative scelte per questo straordinario traguardo sono identità e territorio. Elementi che meritano di essere parte integrante dell’educazione e della formazione della cittadinanza. Perché l’autonomia si rafforza nella misura in cui si fonda su presupposti solidi e condivisi. Secondo il presidente della Provincia, infatti, non vi è autonomia che non abbia come fondamento la consapevolezza di una comunità. Un’identità che non è caratterizzata dalla chiusura e dall’autoreferenzialità, ma il risultato di una storia millenaria caratterizzata dall’essere “terra di mezzo”. È dunque necessario proseguire lungo il percorso di riscoperta identitaria, che ha portato frutti molto importanti in questo mezzo secolo e che oggi va aggiornato e adeguato alle sfide che abbiamo di fronte.
Connesso al tema dell’identità, c’è naturalmente la dimensione del territorio. Un territorio alpino, le cui caratteristiche specifiche hanno favorito la nascita e lo sviluppo della cooperazione, del mutualismo, delle forme diffuse di volontariato e una capacità di “difesa” messa in campo da un efficiente sistema di protezione civile.
Ora è necessario trasformare questo patrimonio comune in stimolo per fare meglio, per affrontare le sfide future che attendono il nostro territorio.