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Domicilio digitale: cos'è e quali sono le differenze con la PEC

Cosa si intende per PEC e Domicilio digitale e perché non sono la stessa cosa


I termini Domicilio digitale e PEC sono spesso utilizzati come sinonimo l’uno dell’altro, ma lo sono veramente?


Per rispondere a questa domanda partiamo dal concetto di domicilio digitale, cercando di capire la connessione che questo ha con la PEC.


Cos’è il Domicilio digitale


Il processo di transizione verso il digitale ha subito una forte accelerazione in questi ultimi anni e ciò ha determinato l’adozione sempre più frequente di strumenti digitali, con l’obiettivo di facilitare la comunicazione cittadini, imprese e professionisti e Pubbliche Amministrazioni (PA). Proprio per rendere effettivo il passaggio alle nuove tecnologie, è stato introdotto l’obbligo (per alcune categorie di lavoratori ed imprese, oltre che per la PA) di dotarsi di un domicilio digitale - in sostituzione del domicilio fiscale - presso cui ricevere gli atti e le comunicazioni ufficiali.


Il domicilio digitale è - secondo quanto definito dal Regolamento eIDAS - l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di Posta Elettronica Certificata (PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche avanti valore legale ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera n-ter del CAD.


Detto in parole più semplici, è un recapito digitale che favorisce una comunicazione veloce, semplificata e con valore legale tra imprese, professionisti, cittadini e Pubblica Amministrazione. I messaggi scambiati via PEC hanno lo stesso valore di quelli scambiati attraverso la raccomandata con ricevuta di ritorno. Diversamente dalla raccomandata però, il domicilio digitale garantisce scambi in tempo reale, sostenibilità ambientale e certezza della consegna. Infatti l’invio e la ricezione delle comunicazioni sono certificati e l’identità del mittente/destinatario è sicura.


Relazione tra Domicilio Digitale e PEC


Come abbiamo visto, la PEC (o Posta Elettronica Certificata) è uno degli strumenti previsti per l’attivazione del domicilio digitale. Non è l’unico, ma è il solo ad essere utilizzato. Il secondo strumento di cui si può disporre è la SERCQ (Servizio Elettronico di Recapito Certificato Qualificato), tuttavia ad oggi la PEC è l’unica soluzione adottabile, dal momento che non è stata ancora emanata a livello UE la normativa esecutiva sui SERCQ.


Ma cos’è la PEC?


La PEC è una casella email con specifiche tecniche che ne garantiscono il valore legale e che la differenziano da una comune casella di posta elettronica.

La caratteristica principale della PEC è la certificazione della data e ora di trasmissione dei messaggi, possibile grazie ai certificati prodotti e firmati elettronicamente dai gestori del servizio.


Per quanto riguarda l’attivazione di una casella PEC, questa deve avvenire attraverso la sottoscrizione di un contratto con uno dei gestori accreditati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), l’ente pubblico di sorveglianza sui servizi digitali e sui loro gestori.


Domicilio digitale: è obbligatorio?


Il discorso sull’obbligatorietà del domicilio digitale è ampio, infatti sono diversi i soggetti che ad oggi sono tenuti per legge a registrare un proprio indirizzo PEC.


In particolare, si tratta di:


- Pubbliche Amministrazioni


- Nuove società e società già costituite


- Liberi professionisti


- Partite IVA e ditte individuali, compresi gli artigiani


L’obbligo per Imprese e Professionisti è stato rafforzato con il cosiddetto Decreto Semplificazioni (D.L. n. 76/2020, convertito dalla l. n. 120/2020): dal 1° ottobre 2020 infatti sono previste sanzioni severe per le imprese e i professionisti che non comunicano il proprio indirizzo digitale presso il Registro delle imprese o l'Ordine e/o Collegio di appartenenza.


Gli unici che al momento non devono obbligatoriamente attivare una PEC sono le partite IVA in regime forfettario e i privati cittadini, sebbene il possesso di una propria casella di posta certificata sia altamente consigliato, in quanto indispensabile in diverse situazioni (ad es. per la partecipazione a bandi e concorsi pubblici, per la gestione dei rapporti con la PA e la disdetta di abbonamenti e contratti).


Domicilio Digitale: come si effettua la registazione?


Per la registrazione del proprio domicilio digitale è necessario aprire una casella di Posta Elettronica Certificata o PEC.


In che modo?


Ci sono diversi portali online, come domiciliodigitale.com, che permettono l’attivazione del domicilio digitale PEC in modo rapido e semplice, sia per Professionisti sia per Privati cittadini.


Dopo aver attivato la PEC, per l’elezione del proprio domicilio digitale è necessario registrarsi presso l’INAD (Indice nazionale dei domicili digitali), identificandosi attraverso SPID, CNS o CIE. Le indicazioni appena fornite sono valide per questi soggetti:


1. persone fisiche di almeno 18 anni, pienamente capaci di intendere e volere


2. professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi ai sensi della legge n. 4/2013


3. enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione nell’INI-PEC


I professionisti dovranno controllare se il loro domicilio digitale risulta regolarmente iscritto in INI- PEC: se l’indirizzo PEC non è presente o è diverso da quello attuale, bisogna attivarlo o aggiornarlo comunicando quello nuovo all’Ordine o Collegio di appartenenza.


Per quanto riguarda invece le imprese, a queste è richiesto di attivare la PEC (o rinnovarla se scaduta) per poi comunicarla al Registro delle Imprese.


+Fonte Esterna+
Ultimo aggiornamento: 29/11/2022 00:34:38
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