TRENTO - In Trentino, negli anni compresi tra il 2010 e il 2024, il settore del commercio al dettaglio in sede fissa ha perso 881 unità, passando dai 5.997 negozi del 2010 ai 5.116 di fine 2024.
Dall’elaborazione dei dati del Registro delle imprese, curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio, risulta significativo anche il divario riscontrato su base annua, che corrisponde a -117 esercizi, visto che, a fine 2023, le attività commerciali in provincia di Trento erano 5.233.
Le comunità di valle che risentono maggiormente della contrazione numerica degli esercizi commerciali sono la Valle di Fiemme (-21,7% in 14 anni), la Val di Non (-21,1%), la Valsugana e Tesino (-20,8%) e le Giudicarie (-20,5%), mentre la Rotaliana (-10,0%), la Paganella (-5,8%), l’Alto Garda e Ledro (-4,0%) esprimono una maggiore capacità di tenuta.
Se si sommano i dati rilevati nei comuni di Trento e di Rovereto, risulta che, presso i due maggiori centri urbani del Trentino è attivo il 30,4% degli esercizi commerciali in sede fissa dell’intera provincia, per una superficie di vendita pari al 36,2% del totale. Rimane comunque alto il divario trai due comuni, se si considera che nel capoluogo hanno sede 1.128 negozi, che occupano 182.539 m² di superficie di vendita, cioè oltre il doppio rispetto a quanto rilevato nel comune di Rovereto, dove sono attivi 428 negozi per un totale 87.198 m² di superficie.
Un dato significativo riguarda la superficie di vendita media degli esercizi commerciali attivi in provincia a fine 2024, che con 146 m2 conferma il trend positivo non solo rispetto alla precedente rilevazione (erano 141 m² a fine 2023) ma anche nei confronti del dato registrato nel 2010, che si fermava a quota 114 m2.
Sempre negli ultimi 14 anni, la specializzazione dell’attività di vendita dei negozi distribuiti sul territorio provinciale ha subito un calo significativo degli esercizi al dettaglio di articoli di abbigliamento (-165 unità dal 2010), di prodotti tessili (-94), ferramenta-vernici-vetro piano-materiali da costruzione (-90) e di giornali-articoli di cartoleria (-85).
In controtendenza, invece, i negozi dediti alla vendita di medicinali (+40 unità), di altri prodotti alimentari in esercizi specializzati (+29) e di articoli medicali e ortopedici (+25).
Le imprese che svolgono attività di vendita al dettaglio al di fuori dei negozi, a fine 2024, erano 866, di cui 396 dedite al commercio ambulante (erano 728 nel 2010) e 320 al commercio on-line (erano 55 nel 2010). Seguono 65 unità locali che vendono a domicilio, 63 che commerciano per corrispondenza, telefono, radio, televisione e (anche) Internet e 22 che operano per mezzo di distributori automatici.
Per quanto concerne il settore del commercio all’ingrosso, al 31 dicembre 2024, in provincia di Trento, si contavano 1.117 imprese attive, dato in contrazione di 242 unità, se confrontato con la rilevazione di fine 2010.
I dati sull’occupazione offrono un riscontro positivo rispetto alla precedente rilevazione, considerando che il commercio al dettaglio dà lavoro a 15.977 addetti (erano 15.807 nel 2023), mentre il commercio all’ingrosso ne assorbe complessivamente 7.088 (erano 6.955 nel 2023).
“Dall’elaborazione dei dati – osserva Andrea De Zordo, Presidente della Camera di Commercio di Trento (foto di Daniele Mosna) – emerge che a una contrazione del numero di esercizi commerciali corrisponde un aumento sia delle superfici di vendita, sia del numero degli addetti e l’andamento inversamente proporzionale di questi indici mette in luce come ci si stia spostando verso attività sempre più complesse, che occupano spazi sempre maggiori e che quindi necessitano di un maggior numero di addetti per essere gestiti. Si tratta, in buona sostanza, dell’aumento del numero di centri commerciali, che avviene a spese degli esercizi più piccoli ai quali, però, va riconosciuta anche una funzione sociale, oltre che meramente commerciale, capace di favorire l’aggregazione nei paesi più decentrati e meno popolosi, di garantire il presidio del territorio e che merita quindi di essere sostenuta e preservata”.