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Martedì, 31 gennaio 2023

Cgil Trentino: la transizione verde al centro del XX Congresso. Andrea Grosselli confermato alla guida

Trento - Con 54 sì, 11 no, 3 astenuti e una scheda bianca Andrea Grosselli è stato confermato questa sera alla guida della Cgil del Trentino.



Al termine di due giorni di confronto 190 delegate e delegati hanno rinnovato gli organismi della confederazione, assemblea generale e direttivo. L’assemblea generale neo eletta ha dunque votato il segretario generale, che guiderà l’organizzazione per i prossimi quattro anni. Transizione ecologica e transizione sociale le priorità perché il cambiamento climatico sia anche spinta per una svolta ecologica che crei occasioni di sviluppo e crescita occupazionale di qualità.


E’ in questa logica anche che il congresso ha votato un ordine del giorno che prevede la creazione di un coordinamento ambientale trasversale alle categorie della Cgil con l’obiettivo di avanzare proposte per gestire gli effetti del cambiamento climatico sulle lavoratrici e i lavoratori.


La Cgil del Trentino inoltre si doterà di un’analisi interna per ridurre la propria impronta ecologica e gestire in modo più sostenibile le sedi sindacali. A chiudere i lavori del pomeriggio è stato l’intervento di Francesca Re David della segreteria nazionale Cgil. Nel suo intervento Re David ha toccato numerosi temi, soffermandosi in particolare sul dramma della guerra e rivendicando l’impegno della Cgil, anche sul piano della mobilitazione, per arrivare alla pace.


Dunque il tema del lavoro e dei salari. Re David è stata netta: lavoratrici e lavoratori insieme al sindacato devono agire per ottenere un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro. A partire dal problema delle retribuzioni erose dall’inflazione.


Sul Governo senza giri di parole ha parlato di confronti che sono solo false aperture di dialogo. E ha stigmatizzato il fatto che dall’Esecutivo non arrivano risposte su fisco, politiche industriali, né su scuola e sanità pubblica. Ha sottolineato la necessità di redistribuire il lavoro e di semplificare il quadro contrattuale, di innovare il sindacato per renderlo adeguato ad un mondo del lavoro fortemente frammentato.


Infine la riforma costituzionale preannunciata dalla maggioranza al governo. Una riforma che per la Cgil non va nella giusta direzione perché crea nuove diseguaglianze.


I MESSAGGI
"La transizione verde è equa se si investe in formazione e competenze". Al XX Congresso della Cgil del Trentino una riflessione dell’impatto del cambiamento climatico su economia e lavoro. Cambiamenti climatici e impatto su salute, lavoro e sviluppo è stato il tema al centro della tavola rotonda di questa mattina al XX Congresso della Cgil del Trentino, dal titolo “Crescita e ambiente. Siamo ad un bivio?”.


L’appuntamento è stato suddiviso in due momenti. Nella prima parte sono intervenuti Roberto Barbiero di Appa, Sara Verones di Aprie e Paolo Bortolotti, dell’Ordine dei medici, con tre focus specifici su cambiamento climatico, energie rinnovabili e salute.
In particolare Barbiero ha sottolineato l’importanza di agire anche a livello locale per mettere in atto strategie di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, agendo sulle politiche dei trasporti, sull’edilizia pubblica e privata, sulle pratiche di gestione del territorio e dei rifiuti, e anche sulle misure di protezione dei cittadini. E allo stesso tempo ha ricordato l’importanza di agire su settori chiave dell’economia trentina che subiranno gli impatti più significativi del cambiamento in atto come turismo. Dunque ha posto l’accento sull’importanza del coinvolgimento e della partecipazione, soprattutto delle giovani generazioni.


E’ toccato a Sara Verones di Aprie illustrare i contenuti del Piano energetico ambientale provinciale che punta a ridurre le emissioni climalteranti del - 55% entro il 2030. Gli scenari del piano dimostrano che la decarbonizzazione del sistema energetico trentino è possibile – ha spiegato -, ma bisogna agire attraverso la riduzione del consumo di energia primaria (un taglio del 18% rispetto al 2016); l’incremento delle fonti energetiche rinnovabili di energia consumata (+13,4 % rispetto al 2016). Obiettivi raggiungibili solo con un impegno trasversale dal basso ma anche attraverso nuovi paradigmi dell’abitare, del produrre, dello spostarsi e della produzione energetica, uniti a nuovi approcci di sistema.


Bortolotti dell’Ordine dei medici ha proposto, invece, un focus sulle conseguenze dell’inquinamento sulla salute. Un ambiente malato genera malattia e i numeri lo dimostrano in modo drammatico: 7milioni di persone muoiono ogni anno per cause riconducibili al cambiamento climatico e all’inquinamento. Si stima che in Europa 15 mila persone siano morte a causa del caldo eccezionale dell’estate 2022. “Tra il 2030 e il 2050, si prevede che il cambiamento climatico provocherà circa 250.000 morti in più all'anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da caldo”, ha sottolineato Bortolotti ricordando che il surriscaldamento globale impatta in termini di malnutrizione, a causa di riduzione degli spazi coltivabili per siccità e alluvioni, tossificazioni alimentari per la contaminazione di cibo e acqua ed epidemie, ondate di calore, migrazioni... Dunque l’appello a cambiare e a farlo rapidamente.


Nella seconda parte il convegno è stato una tavola rotonda moderata dalla giornalista del Corriere del Trentino, Marika Giovannini, che ha visto il confronto tra Alessandra Proto, responsabile Oecd-Ocse Trento, Andrea Grosselli, segretario Cgil del Trentino, Riccardo Salomone, presidente Agenzia del Lavoro e Mario Tonina, vicepresidente della Giunta provinciale con delega all’Energia.


Proto ha scelto di aprire il proprio intervento con le parole della presidente della Commissione Europea von der Leyen a Davos che ha parlato di un piano dell’Europa sul cambiamento climatico, spostando di fatto, come ha sottolineato, il punto da un piano economico ad uno politico: la transizione verde, dunque, è qualcosa che è nelle mani dei decisori politici così come gli impatti che avrà su occupazione. “Il mercato potrà accelerare o rallentare questo processo, garantirne il successo o il fallimento, ma sta alla politica innescare la trasformazione”. Un ragionamento che impatta sul modello di sviluppo anche trentino. E che chiama in causa tra i fattori fondamentali la crescita delle competenze e dunque la formazione dei lavoratori. “La migliore tecnologia è valida solo quando esistono, perché sono stati formati, lavoratori qualificati.

Avremo dunque bisogno di un’enorme crescita delle competenze e dei lavoratori formati”.


Punto rilanciato anche dal segretario Grosselli. In particolare sulle competenze Grosselli ha parlato della necessità che il Trentino torni a scommettere sull’innovazione e sulla ricerca, temi su cui c’è stato un rallentamento. Il tutto allo scopo di rendere il territorio avanzato ambientalmente e attrattivo per imprese e capitale umano. La priorità è garantire una transizione equa che non lasci indietro nessuno. Per questa ragione Grosselli ha parlato di transizione sociale e di un più forte investimento nella formazione continua e nelle politiche attive. Una sollecitazione che chiama in causa imprese e decisore politico che può far forza sulla leva di incentivi che siano selettivi. Ha, dunque, lanciato la proposta di innovare i lavori socialmente utili e il Progettone in chiave verde anche per dare risposte a quelle lavoratrici e lavoratori che la transizione verde lascerà ai margini del mercato del lavoro.


Si è soffermato sulla costruzione di politiche del lavoro che guardino al futuro il presidente di Agenzia del Lavoro, Riccardo Salomone. Ragionando sulle dinamiche del mercato del lavoro ha ammesso che “Il rischio che il disallineamento tra domanda e offerta diventi strutturali esiste. La politica dovrebbe, dunque, ragionare su due tasselli: come cambia l’impresa e come cambia il lavoro”. E sulla transizione ecologica ha aggiunto: “No si faccia errore di pensare che la transizione ecologica sia solo per cambiamento professionalità alla frontiera. Non sarà solo quello. Avrà impatto anche sui soggetti più vulnerabili. Le risposte della politica devono andare su due versanti: orientare il cambiamento delle professionalità e allo stesso tempo farci carico collettivamente delle fragilità. I lavori socialmente utili, dunque, sono un pezzo indispensabile della transizione.


Infine il vicepresidente della Giunta provinciale, Mario Tonina, ha sottolineato l’urgenza che sulle tematiche ambientali si agisca facendo ciascuno la propria parte con un obiettivo comune: consegnare un futuro migliore ai giovani. Ha rivendicato, dunque, i passi avanti compiuti da Piazza Dante con la strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile e gli impegni assunti. Ha infine sottolineato la centralità dell’innovazione e della ricerca per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo.


Tonina: “Sostenibilità, per la transizione fondamentali il contributo di tutti e il ruolo della ricerca”
“Sostenibilità e cambiamento climatico sono temi che riguardano l’intero pianeta ma che richiedono l’impegno di tutti, ad ogni livello. In Trentino si è avviato un percorso importante che ha prodotto documenti e provvedimenti che rappresentano la base del lavoro che si sta facendo. Fondamentale partire dal coinvolgimento dei giovani, valorizzare la formazione e riconoscere un ruolo centrale al mondo della ricerca”: questo, in sintesi, il messaggio che ha voluto dare questa mattina il vicepresidente e assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina che ha partecipato ad una tavola rotonda organizzata, nell’ambito del ventesimo congresso provinciale della Cgil, presso l'Auditorium Sant'Orsola a Ciré di Pergine.


Alla tavola rotonda, moderata dalla giornalista Marika Giovannini, sono intervenuti anche Andrea Grosselli, segretario generale uscente della Cgil del Trentino, Alessandra Proto, di Oecd-Ocse Trento e Riccardo Salomone, presidente di Agenzia del Lavoro.


L’approccio europeo a questi temi, l’adeguamento delle competenze e il ruolo della formazione continua nell’ambito del lavoro, gli strumenti per sostenere chi ha maggiori difficoltà ad affrontare le transizioni, il cambiamento sociale necessario per accompagnare i processi in atto e l’importanza del coinvolgimento di tutti, anche di imprese e lavoratori, sono stati alcuni dei temi oggetto di confronto.


In apertura del suo intervento l’assessore Tonina ha espresso apprezzamento per la scelta di mettere in evidenza, nell’ambito dei lavori congressuali, i temi legati all’ambiente e al cambiamento climatico.


“In Trentino – ha evidenziato Tonina – a partire dagli Stati generali della montagna nel 2019, si è iniziato un percorso di approfondimento, confronto e riflessione che ha coinvolto territori e categorie economiche e sociali. Da allora sono stati adottati atti come il programma Trentino Clima 2021–2023, il Piano Energetico Ambientale Provinciale 2021-2030, la Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile. Si tratta di documenti che rappresentano il presupposto per lavorare ulteriormente per un futuro che va nella direzione della sostenibilità e che dia opportunità ai giovani, che su questi temi dimostrano una particolare sensibilità”.


Coinvolgimento del mondo della scuola, formazione, individuazione di nuove possibilità occupazionali, valorizzazione della ricerca, investimento nella qualità del territorio, collaborazione tra settori economici diversi, capacità delle aziende di innovare, ruolo di esperienze come la cooperazione: per Tonina sono alcuni dei fattori di successo nel perseguimento degli obiettivi che sono stati individuati.


La tavola rotonda è stata preceduta dagli interventi, sul tema “Crescita e ambiente. Siamo ad un bivio?”, di Roberto Barbiero, dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, di Sara Verones, dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia, e di Paolo Bortolotti dell’Ordine dei medici della Provincia di Trento.


L’intervento di Barbiero è stato incentrato sui cambiamenti climatici e l’azione della Provincia Autonoma di Trento. Partendo dai dati sul clima nel 2022, Barbiero ha sottolineato quanto si può fare a livello locale nell’ambito delle politiche dei trasporti, dell’edilizia pubblica e privata, della gestione del territorio e dei rifiuti, del coinvolgimento della comunità. Ha spiegato che “Trentino Clima 2021-2023” rappresenta l’atto di indirizzo che delinea il percorso finalizzato ad adottare una Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che si colloca tra gli obiettivi per attuare la Strategia provinciale di Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030). Ha posto quindi l'accento sul percorso che coinvolge le strutture provinciali e diversi attori del mondo scientifico trentino per valutare gli impatti principali dei cambiamenti climatici sull'ambiente e sui settori socio economici e quindi definire le misure di adattamento necessarie per limitarne gli effetti.


Le misure di mitigazione saranno quelle indicate dal Piano Energetico Ambientale Provinciale (2021-2030), approvato nel 2021. Su questo tema è intervenuta Sara Verones che ha spiegato che l’obiettivo del piano è la riduzione del 55%, entro il 2030, delle emissioni climalteranti (rispetto al 1990). Ha parlato poi del bilancio energetico provinciale, delle 12 strategie previste dal piano e delle 81 misure proposte. Per la decarbonizzazione del sistema energetico trentino, ha evidenziato, si deve agire attraverso la riduzione del consumo di energia e l’incremento delle fonti energetiche rinnovabili.

Ultimo aggiornamento: 31/01/2023 14:05:20
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