Lo denunciano Cgil Cisl Uil insieme alle Acli trentine.
Al momento non sono note la cause che hanno spinto gli uffici provinciali a ricalendarizzare la campagna, non è escluso che ci siano problemi legati alle novità introdotte con il prossimo anno sia in termini di nuove misure di sostegno per le famiglie sia dei criteri di accesso, come previsione di dieci anni di residenza in Italia.
Resta però un fatto: spostando in avanti la data di presentazione delle domande, l’intero processo di verifica e assegnazione dei contributi slitta e con molta probabilità i quarantamila nuclei che oggi hanno diritto al sostegno al reddito o alle misure per la famiglia, non potranno contare su queste risorse con l’inizio dell’anno, ma dovranno recuperarle nei mesi successivi, con non pochi disagi per chi di quei contributi ha bisogno. Senza dimenticare che chi fa domanda di quota A (sostegno al reddito) ha tempo fino al 31 dicembre; visti i ritardi che si stanno accumulando la Provincia dovrà assicurare la totale presa in carico di tutte le richieste.
C’è poi il problema organizzativo: i Patronati per gestire la campagna dell’assegno unico assumono e formano personale ad hoc. Anche queste persone vedono slittare i loro contratti di lavoro. Nei prossimi mesi, inoltre, si avviano altre campagne come l’assegno di cura, quindi si verificherà un intasamento agli sportelli dei patronati e dunque una più complicata gestione delle attese.
Sarebbe opportuno almeno che la Provincia si assumesse la responsabilità di questi disagi davanti ai cittadini e chiarisse in modo definitivo quando concretamente potrà partire la nuova campagna.