Sondrio - "Il DL Semplificazioni rappresenta l’ultima occasione per gettare le basi per una ripresa delle costruzioni, dopo una Legge di Bilancio che ci ha fortemente deluso perché ha finito per far prevalere ancora una volta misure di tipo assistenzialistico rispetto a scelte tese al rilancio degli investimenti pubblici e dell’occupazione. Se non saranno adottate misure rapide e incisive sarà difficile non solo porre fine ad una crisi di settore, dopo dieci anni di flessione continua che hanno determinato oltre 600 mila posti di lavoro persi e la chiusura di 120 mila aziende, ma anche far crescere l’economia del Paese e recuperare il gap infrastrutturale che penalizza l’Italia rispetto al resto dell’Europa".
Sergio Piazza, presidente di ANCE Lecco Sondrio, guarda con evidente preoccupazione al prossimo futuro dell’industria delle costruzioni e, al tempo stesso, affida al decreto-legge Semplificazioni il valore di “ultima spiaggia” da cui ripartire: “Già nella nostra Assemblea annuale lo abbiamo sostenuto con forza: serve fermare il declino. Ma i segnali che sono seguiti con l’approvazione della Manovra non vanno certamente in questa direzione auspicata. E ciò è grave: se è vero che da sole le costruzioni, nonostante la crisi, rappresentano ancora l’8 per cento del PIL, è anche vero che la filiera dell’edilizia attiva ben 31 settori economici su 36 e complessivamente partecipa al 22% del PIL. Dunque, rilanciare l’edilizia significa rilanciare l’economia del Paese”.
Oggi la crisi del settore delle costruzioni è tornata prepotentemente alla ribalta: “Quando i più grossi gruppi del settore evidenziano una situazione di grande difficoltà, è evidente che questo accada. Ma sono dieci anni che la crisi va avanti. E prima a pagarne il prezzo sono state le piccole e medie imprese. Eppure basterebbe aprire i 400 cantieri fermi per 27 miliardi di Euro per avere, come risultato, 400 mila nuovi posti di lavoro. Il problema è che nel nostro Paese, e nella classe politica, manca una visione industriale del nostro settore”.
Per cambiare occorre individuare dove intervenire. E, a detta di ANCE, la burocrazia è il “mostro” da combattere: “In Italia ci vogliono in media oltre 4 anni per realizzare un’opera pubblica e 15 se l’opera supera i 100 milioni di Euro.