Solo nel 2019 però, grazie allo sforzo congiunto tra i vertici della polizia cantonale dei Grigioni e il Comando provinciale bolzanino dell’Arma si è riusciti a concretizzare ciò che prima era solo sulla carta.
Nel corso dell’anno ci sono state anche significative azioni di contrasto al crimine nei reati che più allarmano la collettività, come ad esempio lo spaccio di droga, con l’operazione “Bahnhof”, conclusa dai Carabinieri della Compagnia di Bolzano a fine giugno 2019, con l’arresto nel capoluogo bolzanino di sette nigeriani responsabili di associazione dedita allo spaccio di stupefacenti (eroina, cocaina, hashish e marijuana), operazione citata anche nella relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia. Inoltre a Bressanone lo scorso marzo si è conclusa l’operazione “il ghetto”, che ha disarticolato un gruppo di spacciatori con base nel quartiere Milan e portato all’arresto di quattro persone con sequestri significativi di cocaina, hashish e marijuana. Nello stesso mese la Compagnia Carabinieri di Silandro unitamente alla Guardia di finanza di Trento ha eseguito 25 Ordinanze di Custodia Cautelare tra il Burgraviato e la Bassa Venosta per traffico di stupefacenti: un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di decine di chilogrammi di cocaina e marijuana provenienti dall’Albania e destinate al mercato locale.
Per quanto riguarda i reati più gravi contro il patrimonio si segnalano gli arresti dei membri di una banda di criminali esperti nell’esplosione di sportelli bancomat avvenuti lo scorso mese di settembre in provincia di Treviso con un’indagine condotta in sinergia con i carabinieri di quella provincia. La stessa banda aveva colpito nella giurisdizione sei volte durante l’estate creando notevole allarme sociale tra i cittadini altoatesini non abituati a tali fenomeni criminali.
Da ultimo è stata perseguita una banda di esperti topi d’appartamento capaci di arrampicarsi sui balconi attraverso le grondaie. In pochi mesi sono riusciti a perpetrare ben 70 colpi, tutti scoperti nelle meticolose indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bolzano con l’arresto di due membri della banda e il recupero di gran parte della refurtiva, già restituita alle famiglie depredate.
Diffusi e continuativi sono stati anche gli interventi effettuati in Provincia dai reparti speciali dell’Arma, di cui si sintetizzano i più significativi.
Il Reparto Tutela Agroalimentare di Parma ha ritirato dal commercio e distrutto a tutela del marchio “Südtiroler speck Alto Adige IGP” 73.016 pezzi di carne suina per un peso complessivo di 16.097 chilogrammi e un valore di 233.050 euro, sequestrando 1.740.723 etichette fuorvianti o contraffatte e contestando sanzioni amministrative pecuniarie per un valore complessivo di 46.000 euro.
Il Nucleo Antisofisticazioni e sanità (NAS) di Trento ha in particolare svolto approfonditi e mirati controlli nelle baite di montagna a tutela della salute degli sciatori, ha perseguito attività illecite di consulenze alimentari fornite da improvvisati dietologi senza titolo e ha svolto mirati interventi contro l’uso di sostanze dopanti nelle competizioni sportive fra cui il campionato mondiale di Biathlon svoltosi recentemente ad Anterselva.
Il Nucleo Operativo ecologico (NOE) di Trento ha svolto controlli sul conferimento e il trasporto di rifiuti da parte di diverse ditte arrivando a denunciare 6 persone tra giugno 2019 e gennaio 2020 per diverse ipotesi illecite di inquinamento ambientale, gestione illecita di rifiuti e inosservanza delle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale.
La Sezione Anticrimine di Trento ha continuato la propria riservata attività di contrasto all’eversione e al terrorismo giungendo infine, con la Procura di Trento, a riportare in Italia il noto terrorista, già residente a Merano e poi emigrato in Norvegia, il cui processo d’appello inizierà a breve a Bolzano.
Il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Udine ha perseguito di recente anche in sinergia con il paritetico Nucleo di Monza diversi reati di traffico e detenzione di opere d’arte di provenienza illecita, da ultimo con il rinvenimento (e la prossima – imminente – restituzione) di un gruppo di quattordici dipinti olio su tela (cm. 37x26), costituenti le stazioni della via crucis risalenti al diciottesimo secolo che erano stati sottratti nel 2003 in un monastero di questa Provincia.
L’azione repressiva è stata inoltre sostenuta da un’importante opera di prevenzione attraverso iniziative mirate di informazione svolte negli istituti scolastici per sensibilizzare i più giovani sulla cultura della legalità e i pericoli del consumo di sostanze stupefacenti.
Per i furti in abitazione e le truffe agli anziani è stata poi lanciata una diffusa campagna di sensibilizzazione attraverso incontri con le comunità locali.
Negli ultimi due mesi caratterizzati dal lockdown pandemico molti Carabinieri sono stati, più di prima e ancor meglio di prima, al servizio delle piccole comunità loro affidate: sulle strade per i necessari controlli degli spostamenti, negli ospedali per scortare il personale impegnato nei tamponi domiciliari, nel consegnare le pensioni agli anziani che non potevano recarsi presso gli uffici postali (per questa emergenza un importante protocollo è stato siglato tra l’Arma dei Carabinieri e Poste Italiane), per sventare le immancabili truffe di materiale sanitario (mascherine e disinfettanti), ma anche per regalare ai ragazzi meno fortunati dei tablet per permettere loro di studiare.
L’impegno degli uomini dell’Arma è stato incessante e non si sono risparmiati neppure al diffondersi dell’epidemia all’interno di qualche caserma.
In provincia di Trento, l’andamento generale denota un quadro fondamentalmente positivo della situazione, ancorché non si possa escludere, anche qui, la presenza di modeste criticità.
Il numero dei crimini consumati in provincia continua a calare (oltre il 10% dall’anno scorso, da 9.706 a 8.594 esclusi i mesi di lockdown, che diversamente porterebbero ad apprezzare addirittura una variazione di circa il 20%) e l’Arma dei Carabinieri ha proceduto per poco più dell’83% dei reati.
Nell’anno non sono mancante le operazioni a ampio respiro, condotte unitamente al ROS (Renata) o contro lo sfruttamento della prostituzione (OSSO) al pari delle diverse indagini per il contrasto allo spaccio di stupefacenti e al collaterale degrado socio ambientale di alcune aree cittadine (circa kg.103 sequestrati e 202 persone, tra arrestate e denunciate) così come le molteplici investigazioni volte a individuare anche i responsabili di furti in appartamenti, che rappresentano una priorità investigativa dell’intero Comando (450 tra arresti e denunce (169 e 381)).
A questi si aggiungono le attività svolte dai Reparti Speciali dei Carabinieri del capoluogo, NAS -Nucleo Antisofisticazione e Sanità- che ha operato su vicende legate alle sostanze dopanti (big boy) sulle criticità emerse nel contesto della sanità pubblica e sta procedendo alle verifiche conseguenti ai decessi causati dalla pandemia presso le case di riposo, il NOE -Nucleo Operativo Ecologico- che tra le tante attività ha indagato per diverse ditte, legate alla gestione dei rifiuti speciali e alla lavorazione di quelli estrattivi, sequestrando siti e interrompendo lavorazioni inquinanti.
Non meno importante è stato l’impegno nel contrasto alla violenza di genere e nella tutela alle categorie più deboli, anziani, minori e disabili, che hanno visto procedere il Comando Provinciale per 352 casi.
Forte l’ingaggio anche sul fronte della prevenzione e pedagogico, con l’obiettivo di creare una rete di contatti finalizzati a organizzare interventi educativi e informativi (69 tra conferenze e incontri) in grado di fornire -a giovani e categorie a rischio- gli strumenti efficaci per riconoscere e combattere il disagio, gli stili di vita border-line e le minacce, affinché si sviluppi tra i cittadini la consapevolezza e la capacità di una vera sicurezza partecipata.
Tra tutti preme sottolineare un aspetto, in questi oltre due secoli trascorsi, di cui 101 anni in questa Provincia, i tratti distintivi dei Carabinieri sono rimasti sempre gli stessi. Il Carabiniere opera tra la gente giornalmente, per offrire un punto di contatto e se necessario di riferimento con lo Stato, nel quotidiano.
Sicurezza e legalità per la comunità, non sono l’unico obiettivo, spesso è prioritaria la vicinanza, la solidarietà e se del caso il soccorso al cittadino nel disagio. Per queste ragioni è curioso osservare come procedure di supporto alla popolazione, che sono divenute patrimonio condiviso da tutti soltanto da pochi anni, fossero già passaggi disciplinati e normati nel Regolamento dell’Arma e nel “Galateo del Carabiniere”, editi due secoli orsono.
La polizia di prossimità, moderno concetto delle procedure operative, è nello spirito del Carabiniere da 206 anni, disciplinato nelle norme sulla perlustrazione a piedi, durante la quale “i Reali Carabinieri erano adusi colloquiare con i cittadini” in modo da apprezzare le loro difficoltà e capire lo stato di salute della comunità, quindi le concrete esigenze sociali.
Militari tra la gente dunque, 206 anni fa come oggi, questi sono i Carabinieri. Una realtà fisicamente presente, con i suoi 79 comandi, capillarmente distribuiti nelle principali vallate della Provincia. L’Arma del Trentino e in scala quella nazionale, si impegna per continuare a fornire concreta e immediata espressione di vicinanza dello Stato ad ogni singolo cittadino.
Anche nel periodo del lockdown, per gli aspetti demandati ai Carabinieri, c’è stato il massimo impegno nello stare vicino alla popolazione.
Con il coordinamento del Commissario del Governo, insieme alle altre Forze di Polizia, in questi mesi, l’Arma ha assicurato oltre 11.000 servizi e nella fase della riapertura è stato frontale lo slancio per affiancare circa 50.000, tra esercizi pubblici e imprese, condividendo -nel corso delle ispezioni preventive- le fasi della ripartenza.
Non è certo facile rinnovare quotidianamente quell’impegno e mantenere attuali quei comportamenti che dal lontano 1864 valsero all’Arma l’appellativo di Benemerita, ma si può essere certi che i Carabinieri di questa Provincia si impegnano perché questo possa essere il risultato del loro operare. Opera e non soltanto lavoro, perché lo sforzo e la fierezza di essere utili e concludenti va oltre, così come abbiamo imparato anche da altre categorie di professionisti, in questi recenti periodi di difficoltà.
Perciò oggi, cogliamo l’occasione per ringraziare tutte le componenti professionali e volontarie del settore sanitario e delle altre organizzazioni pubbliche e private, che in questi mesi impegnativi hanno svolto il loro compito con slancio e professionalità, non come si può pensare, sempre così scontati e facili da assicurare.