Non può stupire che si registri una crescita delle tendenze populiste, volte a proporre letture e ricette semplicistiche a problemi complessi.
Occorre, per contrastare queste tendenze, rafforzare e accelerare alcune politiche e iniziative che le Istituzioni europee hanno già avviato o individuato. Mi riferisco all’Agenda europea sulla sicurezza, all’Agenda per la migrazione e alla connessa riforma del sistema di asilo, all’istituzione del cosiddetto Pilastro sociale e al preannunciato aggiornamento dell’Agenda 2020, oltre che del Fiscal compact. Mi riferisco anche alla strategia sulla “rinascita industriale”, al prolungamento della durata della Youth Guarantee e del Piano Juncker.
Si tratta di strategie che hanno dimostrato concretamente di poter produrre risultati importanti e positivi e che si sono rivelate, assieme al programma Quantitative Easing realizzato dalla BCE, decisive per sostenere, in questa difficilissima fase, il progetto dell’Unione europea, fortemente minacciato dalla crescente delegittimazione ad opera delle pressioni populiste. In questo scenario, risulta decisivo valorizzare il ruolo dei Parlamenti, che nei modelli di democrazie mature, sono le sedi principali della legittimazione e del confronto politico istituzionalizzato. Per questo motivo ritengo che occorra fare ogni sforzo per valorizzare al meglio, con strategie e metodi concreti, i contributi che i Parlamenti nazionali possono portare ai processi decisionali europei, mettendoli sempre più in connessione e sinergia con il lavoro delle istituzioni comunitarie, in particolare con il Parlamento Europeo. In questo modo si potrà arrivare ad avere politiche Europee efficaci ed efficienti, evitando discussioni astratte che prescindono totalmente dalle preoccupazioni e dalle istanze dei cittadini".