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Mercoledì, 19 giugno 2019

Ciclismo, Giro d'Italia Under 23: 6a tappa Aprica-Aprica col doppio Mortirolo, orari, percorso e strade chiuse

Aprica - Valle Camonica e Valtellina grandi protagoniste del ciclismo anche per il Giro d’Italia Under 23: domani giovedì 20 giugno la 6a tappa con partenza e arrivo ad Aprica. Il titolo di questa 6a tappa potrebbe sintetizzarsi in “Mortirolo Day” con il passo fra Valtellina e Valle Camonica scalato – e disceso – da due versanti.


ORARI E STRADE CHIUSE
aprLimitazioni alla viabilità con la chiusura delle strade: di seguito località e strade interessate dal passaggio del Giro U23, clicca sull’immagine per ingrandire la cronotabella. Aprica, Corso Roma - via Mavigna - via Italia - via Europa - via Spluga - Corso Roma, San Pietro, Strada Statale 39, Corteno Golgi, Cortenedolo, Edolo, Strada Statale 42, bivio per Monno, strada provinciale 81, Monno, San Giacomo, Passo del Mortirolo, bivio per Grosio, Vernuga, Strada Provinciale 27, Grosio, Grosotto, Mazzo di Valtellina, bivio di Grosio, Passo del Mortirolo, Monte Padrio, Trivigno, bivio di Santa Cristina, San Pietro, Aprica.


PERCORSO
Il tracciato di gara, dopo la partenza, scende verso la Valle Camonica, in provincia di Brescia, per Corteno Golgi, centro dove nacque Camillo Golgi (1843-Pavia 1926), scienziato, medico, premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1906, primo italiano a ricevere il prestigioso riconoscimento, per i suoi studi sulla istologia del sistema nervoso. Lungo la discesa della Val Corteno si supera Cortenedolo, frazione di Edolo, centro di riferimento della zona, nel fondovalle, importante snodo di comunicazioni e commerci. Nel 1997 si concluse qui una tappa del Giro d’Italia vinta dal russo Pavel Tonkov. La strada riprende immediatamente a salire passando per bivio di Monno, la “porta camuna” del Mortirolo con la bella parrocchiale di San Pietro. Il passo del Mortirolo, conosciuto anche come passo della Foppa, presenta su questo versante, il più lungo ma non il più duro (si fa per dire...) km 17,200 in costante ascesa, sede stradale piuttosto stretta, poco frequentata e conosciuta fino al 1990, quando è balzato alla ribalta ciclistica nel Giro d’Italia di quell’anno, tappa n. 16, da Moena all’Aprica, vinta dal venezuelano Leonardo Sierra con Alberto Volpi a 52” e Boyer a 1’26”. Era il giro tutto in rosa vinto da Gianni Bugno. Altra salita al Mortirolo da Monno nel Giro 2017, nella Rovetta-Bormio, con doppia scalata poi allo Stelvio, vinta da Vincenzo Nibali su Mikel Landa e Nairo Quintana.

L’ambiente circostante, salvo qualche baita o malga, è totalmente naturale, con pascoli e boschi. Dopo lo scollinamento e il passaggio nella provincia di Sondrio, veloce discesa, dapprima fra i prati cui segue subito il bosco, superando il bivio per Grosio, dove, quasi a fine discesa, si trova la sua frazione di Vernuga e quindi il comune capoluogo caratterizzato da motivi artistici, storici e archeologici di vario interesse. Il parco delle incisioni rupestri di Grosio, condiviso con la vicina Grosotto, ha al suo interno diversi spunti d’interesse. La Rupe Magna è la maggiore roccia alpina incisa dall’uomo. È lunga m 84 e alta m 35 con oltre 5000 incisioni collocate in sviluppo cronologico. Il castello Nuovo visconteo, sulla sommità di una collina, è una struttura ben conservata. Segue subito Grosotto, con il settecentesco palazzo Omodei e altri edi ci tipici per giungere a Mazzo di Valtellina. È il comune alla base del versante valtellinese del Mortirolo che ha conosciuto un relativamente recente e notevole sviluppo industriale nel settore alimentare per la produzione di tipici salumi, bresaola soprattutto, che ha affiancato quella tradizionale agricola che continua, diversificata, soprattutto nella coltivazione delle mele. Il comune o re elementi architettonici, civili e religiosi, d’interesse. Già nella prima parte si registra la pendenza con punta più elevata al 18%. Un brevissimo, relativo, “respiro” nel tratto che, dopo il km n. 8, propone il monumento a Pantani, sopra un tornante, l’undicesimo per la precisione, che gira a sinistra in località “Plaz de l’acqua” e, dopo il bivio di Grosio, scollinare per la seconda volta dopo che la pendenza ha un po’ “mollato”, come si dice in gergo. I precedenti passaggi del Giro d’Italia sul Mortirolo – versante valtellinese di Mazzo – sono stati nel 1991 Franco Chioccioli, 1994 con Marco Pantani primo al passaggio, 1996 Ivan Gotti, 1997 Wladimir Belli, 1999 ancora Ivan Gotti, 2004 Raffaele Illiano, nel 2006 Ivan Basso, assai legato alla Valtellina anche per origini della famiglia materna, 2008 lo spagnolo Antonio Colom, ancora Ivan Basso nel 2010 mentre nel 2012, salendo dall’inedito versante di Tovo Sant’Anna, primo al passaggio è stato lo svizzero Oliver Zaugg, nel 2015 l’olandese Steven Kruijwijk e nel 2017 lo spagnolo Luis Leon Sanchez. Si scende verso Monte Padrio con un grande ripetitore televisivo e quindi Trivigno, in un’ampia conca, entrambe nel territorio comunale di Tirano, e scendere ancora verso il bivio di Santa Cristi- na, la salita che si lega al nome di Marco Pantani dove, nel Giro 1994, il romagnolo staccò Miguel Indurain per vincere, in solitaria, all’Aprica. Ricordi d’altri tempi. La corsa, dopo il bivio di Santa Cristina scende sempre verso San Pietro, nel territorio di Corteno Golgi, per trovare subito dopo il traguardo di Aprica.

Ultimo aggiornamento: 19/06/2019 12:16:51
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