L'ex dirigente era accusata di aver utilizzato i permessi previsti dalla legge 104 per assistere un familiare in difficoltà per andare in vacanza, di figurare al lavoro anche se era assente per motivi personali, oltre al peculato derivante dall’aver utilizzato l’auto di servizio per scopi privati.
La ex dirigente della Provincia di Trento ha sempre respinto le accuse, precisando che al massimo potevano esserci state delle imprecisioni, delle sviste, cose fatte in fretta, ma sempre senza il dolo.
Il giudice monocratico di Trento, Enrico Borelli, dopo l'accordo tra la difesa, rappresentata in aula dall'avvocato Nicola Stolfi e i pubblici ministeri Marco Gallina e Alessandra Liverani, ha accolto il patteggiamento: un anno e mezzo, pena sospesa.