Oggi i militari del Nucleo Investigativo di Brescia e della Compagnia di Chiari hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP di Brescia, nei confronti di tre persone (un commercialista e due disoccupati), tutte gravate da precedenti penali e di polizia, ritenute responsabili in concorso tra loro, del reato di tentata estorsione aggravata perché commessa con l’aggravante del metodo mafioso.
Per uno dei destinatari della misura, già in semilibertà con affidamento in prova al servizio sociale, è stata disposta la detenzione in carcere mentre gli altri due, tra i quali il commercialista, saranno sottoposti al regime degli arresti domiciliari.
Il provvedimento è stato richiesto dalla Procura della Repubblica - DDA presso il Tribunale di Brescia - nell’ambito di un’indagine, condotta dal dipendente Nucleo Investigativo.
All’esito delle investigazioni, i militari del NIL e Compagna di Chiari hanno raccolto univoci e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati in relazione ad una tentata estorsione, commessa nel periodo compreso fra ottobre 2019 e febbraio 2020, nei confronti di due coniugi, titolari di una ditta in provincia di Bergamo cui avevano chiesto di consegnare la somma di 100mila euro quale preteso corrispettivo per la perdita del posto di lavoro da parte della compagna di uno dei tre, impiegata in precedenze nell’impresa e nel frattempo licenziata.
La richiesta di denaro veniva formulata attraverso esplicite minacce consistite in eloquenti e ripetute evocazioni della caratura criminale di uno dei tre, di origine calabrese, e con continui richiami ad asseriti collegamenti tra lo stesso e alcune famiglie malavitose calabresi stanziate in nord Italia. Nessuna somma di denaro veniva consegnata ai malviventi.