Qui ha investito molto per la creazione del Corso di Scienze Religiose, per l’ampliamento delle strutture e per formare generazioni di professionisti, sacerdoti e religiosi.
Era un frate che ha saputo unire come nessun altro il servizio dell’altare, la cultura e il lavoro manuale. Ovunque è stato allevava conigli, galline e coltivava un orto. Sempre molto sistematico, era zelante in tutto ciò che faceva. Tra le sue molte caratteristiche si distingue la perseveranza. Era una persona che portava sempre avanti i suoi progetti perché aveva fiducia in ciò che faceva e si sforzava di realizzare con ogni impegno ciò in cui credeva.
Era un uomo saggio, sapeva parlare e tacere. Chi lo cercava per chiedere un consiglio trovava molto di più. Trovava un frate ricco di esperienza in grado di dire cose sagge in modo semplice, e di istruire come nessun altro. Era un formatore per natura. Un esperto osservatore della realtà. I suoi occhi vedevano ciò che pochi potevano vedere. Era un uomo di ascolto, di silenzio e di preghiera.
Dio ci ha dato la grazia di averlo negli ultimi anni nella fraternità di Belém. E lui che mi ha accompagnato per otto anni nella mia formazione iniziale, a Belém è stato la mia guida personale. Ecco perché, dopo aver lasciato Belém, non sono mai tornato lì senza portare un buon vino e cioccolatini che lui amava.
Ha vissuto la missione in modo tale da identificarsi così tanto con questa terra che ha gettato via il passaporto perché non pensava più di tornare in Italia. Negli ultimi anni si stava dedicando alla diffusione della causa di beatificazione di Padre Daniele da Samarate. Che il venerabile lo accolga in paradiso e lo conduca al Padre.
Oggi abbiamo perso un frate, un autentico missionario e un padre. Ci mancherà molto! La nostra eterna gratitudine e che dal cielo possa continuare ad accompagnarci!".