Durante la fuga, dopo aver gettato a terra un involucro trasparente, verificatosi poi contente 3 grammi di eroina, l’uomo, nel tentativo di guadagnarsi l’impunità, precipitava all’interno di una grande cisterna interrata, profonda più di tre metri, colma di acqua putrida nascosta tra la vegetazione. Una volta precipitato all’interno della profonda cisterna, l’uomo manifestava da subito l’incapacità di saper nuotare dimenandosi nell’acqua; prontamente uno degli agenti, sprezzante del pericolo e della situazione creatasi, non esitava a gettarsi in acqua per salvarlo. Nel tentativo di tenerlo a galla, il fuggitivo, sopraffatto dall’istinto di sopravvivenza, si aggrappava al poliziotto, spingendolo più volte sott’acqua.
Vista la situazione di pericolo sia per il collega che per l’arrestato, l’altro agente, con la massima rapidità afferrava il braccio dello straniero che a sua volta era finito quasi del tutto sott’acqua; permettendo cosi al collega di riprendere fiato e di uscire dalla grande cisterna interrata.
Una volta trascinato all’esterno della profonda cisterna, l’uomo tentava nuovamente di guadagnarsi la fuga, spingendo e scalciando colui che l’aveva tratto in salvo, ma gli agenti sono riusciti a contenerlo ed arrestarlo.