Sul posto sono poi intervenuti il medico legale e i militari della scientifica del Comando Provinciale di Brescia che hanno curato l’esecuzione dei rilievi tecnici.
Dopo l’iniziale richiesta di aiuto il 25enne, che non risulta svolgere alcuna attività lavorativa dopo essere stato in carcere e aver scontato la pena per traffico internazionale di droga, si è chiuso in sè e non ha più interagito né con i militari che lo stavano vigilando, né con i sanitari nel frattempo accorsi in caserma.
Nella mattinata odierna è stato accompagnato in ospedale per una valutazione psichiatrica. Li avrebbe iniziato a fare delle parziali ammissioni di responsabilità circa il decesso della mamma convivente.
In sede di interrogatorio reso avanti al Pubblico Ministero - Roberta Panico - e alla presenza del suo avvocato di fiducia, il giovane avrebbe riferito di aver aggredito la madre senza un valido motivo.
Secondo quanto ricostruito il 25enne avrebbe stretto le mani intorno al collo della madre fino a provocarne la morte. Saranno l’esame autoptico e gli accertamenti ancora in corso a confermare le ammissioni fatte dal giovane, nei cui confronti è stato emesso un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto.
Il reato contestato è quello di omicidio doloso aggravato dal rapporto di parentela con la vittima. I carabinieri di Breno, che hanno eseguito il fermo, hanno poi tradotto l’indagato in carcere a Brescia.