Del resto la loro visione gerarchica e padronale del mondo non sembra particolarmente in contrasto col mobbing, anzi…".
Nella seconda interrogazione (n.2860/XVI del 15 luglio 2021 “Violazione delle norme di legge o contratti collettivi in materia di mobbing e bossing in Trentino”) il capogruppo Alex Marini (M5S) ha posto l'accento sulla possibilità di utilizzare il canale dei cosiddetti “whistleblower” per snidare le pratiche di mobbing. Si tratta di uno strumento che la legge mette a disposizione delle amministrazioni pubbliche per scoprire fenomeni di corruzione ma anche abusi di potere come il mobbing. "Alla luce di quanto è uscito sul caso Sara Pedri infatti appare assai curioso che non ci siano state segnalazioni di alcun genere da parte degli operatori nel comparto sanitario, visto e considerato che a quanto pare la situazione di disagio in alcuni reparti dell’ospedale Santa Chiara era piuttosto diffusa - sostiene Alex Marini -. Nello stesso atto abbiamo chiesto inoltre conto dell'operato del Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing, del quale ci siamo però occupati più diffusamente nella successiva interrogazione".
Con la terza interrogazione (n.2865/XVI del 19 luglio 2021 “Fenomeni di mobbing e bossing negli ambienti di lavoro della Provincia autonoma di Trento”), il capogruppo M5S, dopo aver fatto il punto sulla dimensione dello scandalo nazionale riguardo al mobbing in ambiente sanitario trentino, ha chiesto che la Provincia attivi il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing e il coordinamento provinciale antimobbing. Si tratta di due ulteriori strumenti previsti dalla Legge per verificare e contrastare le pratiche coercitive e vessatorie sul luogo di lavoro. A quanto ci risulta però l'attuale amministrazione provinciale non ne ha finora fatto alcun uso, il che ci riporta alla questione di fondo, di come a chi ci governa nulla importi davvero delle condizioni di chi lavora".