Qui non si tratta di accordare un privilegio ad alcuno, ma solo di sospendere per qualche anno un meccanismo solidaristico - attraverso un contributo di oltre 800 milioni all’anno al risanamento dei conti pubblici statali e al contenimento del debito pubblico nazionale - che con senso di responsabilità le Autonomie speciali della nostra regione hanno portato avanti dal 2009 in avanti.
Non vogliamo sottrarci quindi ai nostri obblighi verso gli altri cittadini italiani. Ma in un momento eccezionale, di fronte ad un’emergenza dall’impatto devastante, mentre il debito pubblico italiano si espande dal 134% al 160% del pil in un anno, le Province autonome stanno solo chiedendo di poter esercitare appieno le proprie competenze avendo quindi le risorse per poter continuare a pagare i dipendenti pubblici, gli insegnanti e gli operatori sanitari, di poter gestire le strade, le scuole, l’università, i servizi nei territori di montagna, di poter garantire la manutenzione del territorio, gli investimenti pubblici in opere essenziali ma anche nella ricerca scientifica, insomma di poter sostenere lo sviluppo della nostra economica, la cura del nostro ambiente naturale e la coesione della nostra comunità.
Serve un patto con lo Stato per rimettere in circolo le risorse delle tasse dei trentini e degli altoatesini che ogni anno, responsabilmente, vengono trasferite a Roma. Poi però le Province autonome dovranno aprire un confronto con le forze economiche e sociali nei propri territori su come utilizzare al meglio queste risorse a Trento e a Bolzano. Perché una cosa è certa: la sospensione della nostra compartecipazione al risanamento del debito nazionale sarà solo temporanea. Quindi servirà ancora con più forza lavorare tutti assieme per mettere in atto, al di là degli slogan e delle promesse elettorali, tutte le riforme indispensabili a rilanciare la crescita economica, a garantire la sostenibilità e a rafforzare il welfare territoriale".