Darfo Boario Terme - La terza conviviale del Panathlon Club di Vallecamonica sul tema: "Psicologia e psicoterapia dello Sport, il ruolo del Mental Trainer" ha chiuso il trittico di incontri online che si era aperto con la Medicina dello Sport e con il tema delle Scienze Motorie nella scuola.
Dopo la presentazione dei relatori ad opera del presidente Bonino, ha preso la parola la dottoressa Lucia Bocchi, psicologa clinica e psicoterapeuta, docente in psicologia dello sport, che ha così spiegato il perché della psicologia applicata allo sport: "La psicologia nello sport, attraverso alcune tecniche, vuole favorire l’allenamento mentale dell’atleta per favorire e migliorare la prestazione sportiva".
E con questa premessa la dottoressa Bocchi ha intrattenuto i soci del Club per circa un’ora snocciolando teorie e pratiche psicologiche, raccontando aneddoti e storie di campioni dello sport mondiale, concretizzando il più possibile il discorso che è così divenuto di facile comprensione per tutti. "Lo psicologo si occupa della testa dell’atleta, che, non dimentichiamo, è sempre una persona; per cui se l’allenamento fisico e la tecnica curano il gesto atletico, noi psicologi dello sport curiamo la tecnica mentale".
E per allenare la mente non basta un incontro con la psicologa, così come per allenare il corpo o il gesto atletico non basta un intervento del tecnico o dell’allenatore. "L’atleta deve utilizzare le tecniche mentali più e più volte e soprattutto l’atleta deve sempre fare attenzione al QUI ed ORA altrimenti la mente scappa. Di fronte ad una prestazione l’atleta, ma se badate bene capita anche alle persone, tende a scappare nel passato (ieri ho sbagliato) o nel futuro (magari mi farò male). Ecco la prima regola è il QUI ed ORA. Spesso l’atleta campione ha sempre in mente il risultato, la medaglia, il podio, mentre invece la mente deve essere rivolta alla prestazione, alla performance di quel momento lì, con quelle condizioni lì, con quegli avversari lì altrimenti si rischia quella che, abbiamo provato tutti, si chiama ansia da prestazione con relativi disagi. Bisogna essere carichi il giusto, né troppo né poco’. La dottoressa Bocchi si è poi soffermata sugli sport di durata dove invece ogni tanto ‘è necessario dissociarsi dal corpo, entrare ed uscire dal corpo con la mente’. Il passo successivo è stato quello della differenziazione tra Testa Blu e Testa Rossa: ‘La testa Blu è la mente lucida, è quella che ti fa dare il meglio in quel momento, la testa Rossa è quella dove le emozioni sovrastano il pensiero e quindi poi diciamo o facciamo cose che non vorremmo mai dire o fare. L’atleta non deve mai avere la testa Rossa, deve resettare la mente, non deve lasciarsi prendere dalle emozioni". E soprattutto nell’ambito dello sci la dottoressa Bocchi ha citato campioni come Shiffrin e Hirscher, Goggia e Moioli, come di esempi di razionalità, precisione, capacità di isolarsi, di tornare in equilibrio dopo uno sbandamento. "Gli atleti non devono pensare troppo, devono solo concentrarsi sulla prestazione: l’allenamento ideo motorio serve a questo, chiudere gli occhi, sentire tutti i sensi, tutte le sensazioni come se tu stessi già facendo quella gara, quella discesa, dall’idea ai moto neuroni per far capire al corpo come muovesi in quella perfomance".
La dottoressa Bocchi ha poi concluso il suo intervento accennando all’importanza della zona familiare, cioè il circondarsi di cose, oggetti, pensieri familiari, alla ritualizzazione del gesto atletico, allo stato di Flow e al dialogo interno all’atleta che deve sempre considerare le belle cose, il positivo e bloccare i pensieri che deprimono.