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Lavoro, sos manodopera di Confartigianato Brescia: i dati

Brescia - È un allarme generalizzato per tutta Italia, ma che in Lombardia si fa sentire con maggiormente: manca manodopera qualificata. «Siamo al paradosso: il lavoro c’è, le aziende puntano sull’innovazione, ma si scontrano con l’assenza di profili formati e qualificati» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti ai dati diffusi dall’Osservatorio di Confartigianato dai quali emerge infatti un impressionante gap di manodopera nel nostro Paese.


massettiAll’appello mancano soprattutto competenze digitali e ingegneri: nel 2018 le imprese hanno registrato difficoltà di reperimento per 1.198.680 persone, pari al 26,3% delle entrate previste, a causa della scarsità dei candidati, ma anche per la loro inadeguatezza rispetto alle mansioni da svolgere. L'allarme sulla carenza di manodopera riguarda soprattutto i giovani under 30: lo scorso anno le imprese non sono riusciti ad assumerne 352.420, pari al 27,8% del fabbisogno e di questi 78.250 in Lombardia. E le difficoltà di reperimento crescono al diminuire delle dimensioni aziendali. Le piccole imprese (con meno di 50 addetti) faticano più delle medio-grandi a individuare manodopera qualificata, tanto è vero che lo scorso anno non sono state capaci di mettere sotto contratto 836.740 persone, di cui 245.380 giovani con meno di trent'anni. Di questi 48.930 in Lombardia.


Per limitarci agli under 30, in termini percentuali lefigure più difficili da reperire sono progettisti software: restano vacanti oltre 7 posti su 10. Va soltanto un po' meglio con i tecnici programmatori, visto che i direttori del personale ne trovano quasi 35 su 100. Difficili da trovare in oltre un caso su due gli addetti all'esazione delle imposte e al recupero crediti, i disegnatori industriali, gli operai addetti alle macchine utensili. In termini assoluti, però, le cose cambiano. Il maggior numero di posti vacanti riguarda figure professionali che con le tecnologie hanno poco a che vedere.

Nel 2018 non si sono trovati oltre 32mila camerieri, 23mila commessi e quasi 18mila cuochi di alberghi o ristoranti. Tutte figure che escono, o dovrebbero uscire, dagli istituti professionali. Discorso analogo per i camerieri. Ma c'è un piccolo esercito di posizioni che richiedono conoscenze tecniche specialistiche. Come nel caso dei 10mila attrezzisti di macchine utensili tuttora introvabili, dei 9mila meccanici e montatori di macchinari, dei 7mila autoriparatori. Difficili da reperire pure poco meno di 6mila acconciatori e 5.400 autisti di mezzi pesanti e camion. Carenza, quest'ultima, che si spiega però con i costi per conseguire le patenti C, D ed E, necessarie per guidare camion, autobus e autoarticolati.


«I piccoli imprenditori puntano sempre di più sull’innovazione: in un anno, secondo lo studio diffuso, i nostri investimenti in ricerca e sviluppo sono aumentati in media di circa il 30%, ma siamo al paradosso che non riusciamo a reperire giovani da inserire in azienda. Bisogna risolvere il corto circuito di due mondi che non si incontrano: da una parte aziende pronte ad assumere, dall’altra giovani in cerca di lavoro e pronti ad emigrare per trovare un’occupazione. In mezzo la scuola e un sistema formativo che non riesce ad orientare e preparare i ragazzi alle nuove sfide del mercato del lavoro e a al grande salto nel futuro dell’economia» prosegue Massetti che aggiunge come «un importante segnale di attenzione è arrivato dal Parlamento che ha compreso quanto Confartigianato sollecita da sempre per favorire l’occupazione dei giovani: valorizzare la capacità formativa delle imprese, puntando sull’apprendistato come strumento di ingresso qualificato nel mercato del lavoro approvazione recentemente in fase di manovra, l’emendamento che reintroduce per il 2020 lo sgravio contributivo totale per i primi tre anni di contratto per le assunzioni in apprendistato di primo livello effettuate da imprese fino a 9 dipendenti. La ripresa dell’occupazione giovanile passa per l’apprendistato che si conferma il contratto a causa mista più adatto a soddisfare le esigenze formative dell’artigianato e delle piccole imprese e a preparare i giovani ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale».

Ultimo aggiornamento: 03/01/2020 00:33:13
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