Dopo l'utilità di guanti e mascherine, dibattuta un anno fa, e dopo lo studio dei giorni scorsi sul rischio minimo di infezione all'aria aperta (nonostante continuino le scelte del lockdown e l'obbligo di mascherina all'aperto), ora nel mirino c'è anche la sanificazione delle superfici, su cui gli esperti hanno puntato fin da subito come potenziale causa del contagio e per la quale la politica ha obbligato le attività aperte in Italia a fare ingenti investimenti, prima di chiudere molte di esse nelle varie zone rosse a arancioni.
Dagli USA arriva però un documento secondo cui la trasmissione attraverso il contatto con una superficie contaminata è molto rara, e non ci sarebbero evidenze dell’utilità di disinfettanti in contesti comunitari per la prevenzione del contagio. Meglio l'"antico" rimedio di solo acqua e sapone.
È questo quanto emerge da un nuovo report dei Centers for Disease and Control Prevention (CDC) statunitensi che ribadisce come la modalità principale con cui le persone vengano infettate da Sars-CoV-2 sia attraverso l’esposizione a goccioline respiratorie che trasportano virus infettivi.
Le infezioni attraverso il contatto con superfici o oggetti contaminati hanno un rischio di 1 su 10 mila, confermando le anticipazioni di inizio 2021 apparse in alcuni studi su "Nature".