Inoltre vengono citati gli appelli di una serie di soggetti che chiedono alle istituzioni di aggiornare la normativa sugli strumenti e le modalità di controllo al fine di avere un monitoraggio più puntale sui livelli di inquinamento elettromagnetico.
"Purtroppo - spiega Panizza - il legislatore fatica a tenere il passo dell'innovazione tecnologica, che, in questi ultimi anni, ha viaggiato, come tutti sappiamo, a grandissime falcate. Gli standard internazionali risalgono al 1992 e misurano esclusivamente gli effetti termici dei campi elettromagnetici, ossia per il riscaldamento che producono. Inoltre, in Italia, con una norma introdotta dal Governo Monti, il monitoraggio emissioni elettromagnetiche avviene attraverso una media delle ultime 24 ore. Solo che, per ottenere una media, bastano due misurazioni, una all'inizio e una alla fine del delta temporale. In questo modo, ad esempio una compagnia telefonica, potrebbe benissimo alzare oltre i limiti di legge nelle ore di maggiore traffico, per poi scendere sotto i livelli durante la notte, quando la domanda è minore. Bisogna rivedere la norma, per essere certi che il rispetto dei limiti avvenga sempre. Anche perché, lo sappiamo bene, le antenne di trasmissione si trovano praticamente ovunque: nei pressi delle abitazioni, dei luoghi di lavoro, delle scuole, degli ospedali. Motivo per cui bisogna assolutamente migliorare le forme di controllo, affinché non ci sia uno sforamento dei limiti di legge sull'intensità delle emissioni. Il mio auspicio è che il Governo voglia raccogliere questa sollecitazione. Bisogna mettere in campo una politica precauzionale, almeno fino a quando non si avrà, da parte della comunità scientifica, un giudizio univoco sugli effetti legati all'esposizione alle onde elettromagnetiche".