Rogno - “Guerra totale ai cinghiali: con il provvedimento approvato questa mattina in Consiglio regionale sarà possibile cacciarli tutto l’anno e, mediante l’utilizzo dei visori, anche di notte. A mali estremi, estremi rimedi: servono misure drastiche per fronteggiare un’emergenza sempre maggiore che sta causando danni ingenti agli agricoltori e in alcuni casi costituisce anche una minaccia per l’incolumità e la sicurezza delle persone. L’invasione dei cinghiali sta interessando in modo significativo e diretto i nostri territori, in particolare l’area comasca dalla Valle d’Intelvi all’Olgiatese, dove sono stati abbattuti il 40% dei cinghiali uccisi in Lombardia nell’ultimo anno. Prevenire è sempre meglio che curare e costa molto meno: l’ammontare dei costi per i danni causati dai cinghiali è in continuo aumento e ricade sulle tasche dei Comuni e dei cittadini, senza che questi ne abbiano responsabilità alcuna”.
Lo sottolinea il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi commentando l’approvazione della legge di revisione normativa ordinamentale oggi in discussione nell’Aula del Consiglio regionale, con la quale all’articolo 8 si estende la caccia al cinghiale per l’intero anno solare stabilendo che “per l’esercizio della caccia di selezione al cinghiale è consentito anche l’uso di dispositivi per la visione notturna”.
Lombardia, prima legge di revisione normativa 2020
Via libera del Consiglio regionale, presieduto da Alessandro Fermi (FI), alla prima legge di revisione normativa ordinamentale di quest’anno, che contiene -per gli ambiti istituzionale, economico e territoriale- circoscritte e limitate modifiche, puntuali integrazioni o specifiche sostituzioni di disposizioni legislative.
La discussione del provvedimento si è aperta - nella seduta d’Aula di settimana scorsa - con la bocciatura di sei questioni pregiudiziali di legittimità costituzionale presentate dal consigliere Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti), e dai consiglieri pentastellati Marco Degli Angeli, Raffaele Erba, Andrea Fiasconaro e Massimo De Rosa, tutte inerenti all’articolo 8 del provvedimento, che riguarda norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria.
IL PROVVEDIMENTO – In questo progetto di legge, ha spiegato la relatrice Alessandra Cappellari (Lega), Presidente della Commissione Affari Istituzionali, “si è cercato di favorire semplicità ed esaustività per evitare l’eccessiva proliferazione di norme, di cui certo il nostro Paese e la nostra regione non hanno bisogno. Ci sono novità importanti per quanto riguarda gli agriturismi, le foreste, la caccia, i parchi. Non meno importanti altri argomenti trattati, fra i quali: la lotta all’usura, la tutela della sicurezza e la prevenzione dei rischi in ambito sanitario, il sostegno alle imprese, la valorizzazione della filiera corta, dei prodotti locali e del turismo eno-gastronomico”.
L’ARTICOLATO – Nell’illustrare il provvedimento, Cappellari, oltre all’articolo 8 (oggetto delle questioni pregiudiziali e di numerosi emendamenti, che prevede diverse modifiche alla legge 26/1993, fra le quali l’obbligo di indossare indumenti ad alta visibilità per tutti coloro pratichino la caccia agli ungulati), si è soffermata su altri passaggi del progetto di legge. In ambito economico, ha ricordato, “si è adeguata la disciplina regionale al mutato quadro normativo statale per dare certezza ai Comuni in relazione alle procedure da seguire per la riassegnazione delle concessioni di posteggio per il commercio su area pubblica”. Inoltre, gli interventi regionali per la qualificazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese commerciali destinati a combattere il fenomeno dell’usura, “sono stati estesi anche ai fenomeni dell’estorsione e del sovra-indebitamento”. Importante, ha proseguito Cappellari, pure l’introduzione di “iniziative regionali di prevenzione e contrasto dei rischi anche di sanità pubblica nei luoghi di lavoro, così come l’assistenza alle imprese nell’adozione di protocolli anti contagio”.
FILIERA CORTA E TUTELA DEI PERCORSI ENOGASTRONOMICI – Rimanendo nello stesso ambito, ha aggiunto Cappellari sono state introdotte integrazioni che “impegnano le stazioni appaltanti a valorizzare l’offerta di beni e servizi che presentano un minore impatto sulla salute e sull’ambiente, compresi beni e prodotti biologici, da filiera corta o a chilometro zero. Vi è poi l’incentivazione della realizzazione di percorsi turistici a valenza eno-gastronomica e culturale, anche allo scopo di valorizzare i prodotti tradizionali. Sono poi previsti interventi in fatto di arboricoltura, apicoltura, e sul controllo del potenziale produttivo viticolo”. All’articolo 10, inoltre, viene data la possibilità “a coloro che sono iscritti ad associazioni o enti che hanno un interesse per la montagna (CAI, Guide alpine, Associazione nazionale alpini, ecc.) di prestare attività volontaria a supporto del gestore del rifugio, che se ne assume la responsabilità, nel rispetto delle normative vigenti in materia igienico sanitaria e di sicurezza. Questo anche a fronte dell’emergenza Covid-19 che avrà impatti negativi anche sull’economia dei rifugi alpini”.
AMBITO TERRITORIALE – Per quanto riguarda l’ambito territoriale, ha fatto presente l’esponente della Lega, “si va da interventi per il monitoraggio del consumo di suolo alla previsione di una diversa destinazione dei proventi derivanti dai programmi per l’alienazione e la valorizzazione del patrimonio abitativo pubblico”. E ancora, ha proseguito Cappellari “vengono introdotte modifiche di adeguamento della disciplina del Parco Agricolo Sud Milano” e alla legge regionale 9 del 2001 sulla Sicurezza stradale, “così da adeguare le disposizioni al mutato contesto normativo e tecnologico.