Il tutto effettuato in pochi minuti, senza nessuna spesa di personale aggiuntiva, e la missione sarebbe compiuta! Invece, gentile Primo ministro e gentili Ministre, la “telenovela” inizia qui.
Quattro anni dopo, nel 2018, la Direzione centrale della finanza locale del Ministero dell’Interno estrae il mio Comune tra quelli che devono presentare la rendicontazione di queste spese, e, per il tramite della Prefettura di Brescia, ci comunica la scadenza del 31.12.2018 per tale rendicontazione.
La richiesta di rendicontazione viene emessa pur avendo la possibilità di reperire autonomamente i dati relativi a come sono stati spesi questi soldi, essendo il bilancio pubblico, come spiegato sopra.
Ora, preliminarmente voglio precisare che nel Comune di Malegno c’è soltanto una dipendente dedicata al servizio Ragioneria, a part-time, peraltro; che non c’è, a normativa vigente, la possibilità di aggiungere altro personale; che nonostante la scarsità di risorse umane, a tale dipendente, da Sindaco, chiedo di curare in primis quelle che sono considerate le priorità; che, come potrete immaginare, alla fine di dicembre, periodo in cui si prepara il bilancio preventivo e altre milleeunascadenze, la rendicontazione di dati di 4 anni prima già in possesso dello Stato Centrale, viene per stato di necessità posposta ai numerosi adempimenti già di per sé prioritari! Siamo costretti, infatti, a scegliere di dare la precedenza alle scadenze vitali per la sopravvivenza del Comune. In tale difficile contesto, il Comune di Malegno presenta la rendicontazione del 5 per mille richiesta in data 20.01.2019.
Poco tempo dopo, riceviamo l’ordine da parte del Ministero dell’Interno di restituzione della cifra per non aver rispettato la scadenza del 31.12.2018. Abbiamo provato a spiegare, con la nota sopra richiamata, che in realtà la specifica norma sanzionatoria comportante la restituzione non si applicherebbe in caso di ritardo nella rendicontazione, ma soltanto nel caso della mera mancata rendicontazione o utilizzo scorretto delle risorse (si veda nota allegata alla presente), ma purtroppo il Ministero non ha accolto la nostra istanza.
Il comune di Malegno dovrà pertanto restituire 1.101,36 euro allo Stato centrale poiché non ha rendicontato in tempo un dato che il medesimo Stato Centrale può agevolmente ed in modo indipendente riscontrare a costo zero (si pensi, per curiosità, a fare il conto di quanto è costato sotto forma di ore-lavoroa questo Comune, alla Prefettura, al Ministero, questa richiesta di rendicontazione).
In conclusione, con la presente sono a comunicarVi che i 1.101,36 euro sono pronti per essere versati allo Stato Centrale.
Tuttavia, mi sono permesso di trasformare questa cifra in monete da un centesimo, corrispondenti a sacchi pieni di monete per un peso di circa 168 kg. Gradirei che un funzionario dello Stato venisse qui a ritirare il dovuto poiché ne vorrei approfittare per mostrare come si sopravvive e lavora in un comune all’estrema periferia dell’impero. Vogliate perdonare il gesto, ma vivo la sensazione di essere considerato, metaforicamente, come la Banda Bassotti che cerca di rapinare Paperon de’ Paperoni dei suoi sacchi pieni di monete.
Un’ultima considerazione: questa situazione kafkiana svela un problema a cui Vi chiedo di interessarvi, per favore. Lo Stato sta di fatto ingolfando l’attività dei piccoli comuni attraverso le innumerevoli richieste di dati, adempimenti e rendicontazioni che, nella maggior parte dei casi, sono già pubblici e quindi in possesso dell’Amministrazione Centrale.
Da un calcolo approssimativo, si evince che il mio ufficio Ragioneria-Tributi dedica almeno il 40% del suo tempo-lavoro a rispondere a richieste di comunicazionedi bilanci, rendiconti, questionari, certificazioni, monitoraggi. Il restante tempo-lavoro viene utilizzato per cercare di adempiere alle richieste normative, richieste che spesso trattano il piccolo ente come se avesse la struttura dei grandi comuni, sottraendo tempo prezioso per lo svolgimento dell’attività istituzionale che dovrebbe consistere in primis nel fornire ai cittadini i servizi di cui hanno bisogno.
Mi auguro che il Governo metta in agenda questo tema: i piccoli comuni non sono più in grado, data la scarsità di risorse finanziarie e umane, di rispondere al continuo aumento di richieste, sempre più sovrabbondanti rispetto alle funzioni istituzionali proprie di un ente territoriale. I piccoli comuni non ce la fanno più. Con immutata stima e speranza". Il sindaco di Malegno, Paolo Erba