Una concentrazione imponente di uccelli che, stremati dalle lunghe distanze percorse, sono particolarmente vulnerabili, in particolare sui valichi montani che costituiscono un “collo di bottiglia” per la migrazione, diventando oggetto di intenso bracconaggio, con gravi ripercussioni sui sistemi ecologici. Si tratta di specie protette e particolarmente protette dalle leggi nazionali e da convenzioni internazionali poiché fortemente minacciate.
I controlli dei Carabinieri Forestali hanno portato al deferimento alla Procura della Repubblica di 7 persone per presunte violazioni in materia di maltrattamento animali, attività venatoria, armi e contraffazione di sigilli di Stato, al sequestro di 204 esemplari morti e 92 esemplari vivi di fauna protetta e particolarmente protetta, tra cui balie nere, pettirossi, scriccioli, passere scopaiole, frosoni, verdoni e fringuelli, 241 mezzi di caccia non consentiti (219 trappole “sep”, 14 reti per uccellagione, 8 “prodine”), una pinza ed un punteruolo per la manomissione e la contraffazione degli anelli identificativi inamovibili (sigilli di Stato), un fucile e 253 cartucce a munizione spezzata non custoditi, un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico.
L’avifauna viva sequestrata è stata affidata al centro di recupero animali selvatici (CRAS) “Oasi WWF Valpredina” di Bergamo per il successivo rilascio in natura a seguito della completa riabilitazione al volo.