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Lunedì, 10 aprile 2023

Tragedia di Caldes, intervento di Cia: "Servono scelte forti, non animalisti da salotto"

Caldes (Trento) - La tragedia di Caldes (Trento) divide i trentini e a livello nazionale: da un lato gli animalisti e chi vuol proseguire sul progetto orsi in Trentino avviato nel 1998, e chi punta ad abbattere gli orsi per creare condizioni sostenibili per chi abita e vive la montagna.10


Ospitiamo l'intervento di Claudio Cia, capogruppo di FdI in Consiglio provinciale a Trento:
"In queste ore gli animalisti da salotto, nel tentativo di scagionare le scelte sbagliate del passato, ne stanno minimizzando le responsabilità con una tesi difensiva offensiva. Secondo un modo miope di vedere la vita, anche la vittima avrebbe le sue colpe, in quanto avrebbe dovuto starsene a casa rinunciando - di fatto - a vivere il territorio custodito e valorizzato dai suoi genitori ed ereditato dagli avi. “Non doveva andare nei boschi”, questo è il mantra ripetuto dai buontemponi, evidentemente abituati a crogiolarsi nella possibilità di trascorrere il proprio tempo libero passeggiando tra le vetrine della città.

Essi paiono ignorare in primis che i boschi in Trentino ricoprono una superficie pari al 63% del territorio provinciale, in secondo luogo che da secoli (anche prima che l’orso venisse eliminato e reintrodotto) i nostri paesini sono lambiti dai boschi e che proprio per la tranquillità che riescono a trasmettere sono meta dei turisti e da ultimo che, in più di un’occasione, sono stati avvistati esemplari di orsi confidenti aggirarsi nei centri abitati. Risulta evidente che la Provincia autonoma di Trento in questo momento si trova davanti ad un bivio: scegliere se eliminare il solo aggressore, continuando nella gestione degli altri come se nulla fosse accaduto, oppure impostare una seria politica di selezione, suffragata anche da elementi scientifici (in primis la povertà genetica degli orsi trentini), che porti alla riduzione drastica del numero di orsi presenti sul nostro territorio, in modo che sia compatibile con la convivenza con l’uomo. Medesimo ragionamento si può applicare anche alla gestione dei lupi. Risulta pertanto chiaro che, una volta chiarito il bisticcio di competenze tra Stato e Provincia sul tema della gestione dei predatori in Trentino, servirà una classe politica adeguata e in grado di assumersi le proprie responsabilità (anche in termini legali, se necessario) per difendere la nostra gente, evitare lo spopolamento delle nostre valli e la conseguente omologazione a livello cittadino, che comporterebbe la definitiva scomparsa delle nostre specificità e rappresenterebbe la fine della nostra Autonomia".

Ultimo aggiornamento: 10/04/2023 00:35:42
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