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Limitazioni anti-Covid e crollo consumi extradomestici: l'allarme di Coldiretti

Trento - “A causa della pandemia i consumi extradomestici per colazioni, pranzi e cene fuori casa sono stimati in calo del 48% a livello nazionale con un drammatico effetto negativo a valanga sull’intera filiera agroalimentare per mancati acquisti di cibi e bevande, dalla carne ai salumi, dai formaggi al vino, per non parlare di frutta alla verdura. Una situazione che colpisce inevitabilmente anche le nostre aziende locali che rischiano di subire un grave danno economico”.


meleti agricolturaQuesto il commento del presidente di Coldiretti Tretino Alto Adige Gianluca Barbacovi rispetto al recente sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it su come sono cambiati i comportamenti negli uffici con la risalita dei contagi.


Dall’analisi emerge che se oltre la metà dei dipendenti si porta il pranzo per consumarlo sul posto di lavoro a distanza di sicurezza dai colleghi, un altro 27% va a casa a mangiare mentre un 2% si fa consegnare il cibo direttamente in ufficio e un ulteriore 5% va a prenderlo d’asporto. Appena il 4% delle persone approfitta della mensa aziendale – precisa la Coldiretti - e solo il 9% si reca nei bar e ristoranti nelle regioni in cui sono ancora aperti.


Una tendenza che fotografa il momento di difficoltà vissuto dalla ristorazione con le limitazioni che hanno provocato un crack da 41 miliardi per l’intero 2020 stimato da Coldiretti su dati Ismea, a causa del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa provocati dall’emergenza coronavirus. A pesare infatti – sostiene la Coldiretti - non sono sole le chiusure obbligatorie e le limitazioni di orario ma anche il forte ridimensionamento della clientela durante la giornata per l’estensione dello smart working e il crollo del turismo.


La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – sottolinea la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani per un totale di 85 miliardi di euro.

Nell’attività di ristorazione – conclude la Coldiretti – sono coinvolte circa 330mila tra bar, mense e ristoranti lungo la Penisola ma anche 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro.


LA PAUSA PRANZO DEGLI ITALIANI AL TEMPO DEL COVID





































Come gestisci la pausa pranzo al lavoro?%
Porto il cibo da casa53%
Vado a casa a mangiare27%
Vado al bar o al ristorante9%
Compro il cibo da asporto5%
Vado in mensa4%
Mi faccio consegnare il cibo in ufficio2%
Fonte: Elaborazione Coldiretti

COVID: COLDIRETTI, CON NATALE SENZA TAVOLATE CRACK DA 5 MLD


Il Natale senza pranzi e cenoni costa 5 miliardi che sono stati spesi lo scorso anno dagli italiani, in casa e fuori, solo per imbandire le tradizionali maxitavolate delle feste di fine anno composte in media da 9 persone. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè in riferimento all’ipotesi di un Natale con i soli parenti stretti per evitare il rischio di una terza ondata di contagio della pandemia Covid. Le limitazioni mettono a rischio – sottolinea la Coldiretti – i consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tabvole lo scorso anno solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno. Un Natale in famiglia per pochi significa infatti anche – continua la Coldiretti - maggiore sobrietà con meno brindisi ed un netto taglio delle portate senza contare i tanti italiani, spesso anziani, che saranno costretti a trascorrerlo da soli. A pesare oltre al lockdown per ristoranti e locali pubblici sono – prosegue la Coldiretti – soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni che fanno salire il livello dei consumi. Le previsioni sull’andamento del contagio – precisa la Coldiretti – preoccupano anche per i divieti posti alla gran parte degli eventi tradizionali che segnano la fine dell’anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi che sono momenti importanti per l’acquisto di regali enogastronomici, i più apprezzati dagli italiani. Senza dimenticare l’impatto negativo della mancanza di turisti italiani e stranieri con quasi 1/3 della spesa turistica nel Belpaese sia destinata proprio all’alimentazione. Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischiano di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nell’intero 2020 secondo fanno segnare un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Si tratta del peggior risultato del decennio per effetto – spiega la Coldiretti – della paralisi del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa nel carrello delle famiglie. Una situazione che – conclude la Coldiretti – sta rivoluzionando anche gli equilibri all’interno delle filiere produttive che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

Ultimo aggiornamento: 12/11/2020 16:14:19
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