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Giovane runner morto nei boschi a Caldes, ipotesi e reazioni

Caldes (Trento) - Giovane runner trovato morto nel bosco sopra Caldes (Trento). Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti l'aggressione da parte di un animale selvatico di grossa taglia, tra cui un orso. Sul cadavere del 26enne sono state trovate diverse ferite. Le cause del decesso di Andrea Papi, 26 anni, residente in Val di Sole, saranno accertate dal medico legale. L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Trento.


Andrea Papi era uscito nel pomeriggio di ieri per una corsa nel bosco e non ha fatto rientro, così in serata sono scattate le ricerche da parte dei carabinieri della Compagnia di Cles, con le unità cinofili, e i vigili del fuoco volontari. Nella notte la scoperta del corpo privo di vita con diverse ferite e per questo spunta l'ipotesi dell'aggressione da parte di un animale selvatico, tra cui un cervo o un orso.


Sul posto, oltre agli inquirenti, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, presidente della Provincia, e Raffaele De Col, dirigente della Protezione civile.



UCCISO DA GRANDI PREDATORI IN TRENTINO?


“L’ipotesi accreditata anche a livello ufficiale ormai dell’uccisione di un ragazzo uscito per una corsa nei boschi della Val di Sole in Trentino da parte di un animale selvatico impone una l’accelerazione sulle politiche di vigilanza a livello territoriale sui grandi predatori”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Affari Costituzionali della Camera Alessandro Urzì.
“È ormai ben chiaro che in gioco non c’è più solo, come accaduto in precedenza, un interesse economico di agricoltori e allevatori di montagna - chiarisce Urzì - ma anche la stessa sicurezza delle persone in ambienti in cui si è diffusa una fauna selvatica predatoria, ad iniziare da orsi e lupi. Le iniziative avviate e sostenute dal governo hanno posto già per tempo l’emergenza nella agenda delle priorità, ora dalle comunità locali alle istituzioni nazionali (anche quelle chiamate a vigilare sulla tutela della fauna selvatica) vanno poste in essere misure di contenimento e di autentica difesa della sicurezza di residenti, operatori economici e turisti, se non si vuole che il pur rilevante interesse ambientale, interpretato in senso ideologico, non prenda il sopravvento sul superiore interesse di chi vive la montagna”.


In questo momento sono in corso accertamenti a Caldes, dove il cadavere di un uomo – sembrerebbe un giovane ragazzo scomparso ieri pomeriggio dopo essere uscito per una corsa – è stato rinvenuto presso la località conosciuta come “sesta curva”, dove pare sia stato aggredito da un animale selvatico (probabilmente un grande carnivoro). Secondo i primi rilievi, sembrerebbe che il giovane sia stato aggredito sulla strada, trascinato nel bosco e, una volta lì, sventrato. Fatto questo che, se verificato, rappresenterebbe un dettaglio agghiacciante. Dispiace, in queste occasioni, ribadire come il sottoscritto sia stato facile premonitore di un avvenimento condizionato dall’impossibilità – dovuta al bisticcio di competenze tra Stato e Provincia autonoma di Trento – di gestire il problema della convivenza dell’uomo con i grandi carnivori in un piccolo territorio di montagna come il nostro. All’inizio di marzo, a seguito dell’aggressione avvenuta a Rabbi dicevo: "Questo succede perché è prevalsa la linea irrazionale dei fondamentalisti, quella di chi pensa che l’orso valga più dell’essere umano e che pertanto sono disposti a vedere un uomo morto.

Oggi, che ci troviamo a piangere la scomparsa di una persona, mentre ci stringiamo alla famiglia del ragazzo, pensiamo a questi progetti che da opportunità, sono inevitabilmente divenuti una problematica”, così Claudio Cia, Capogruppo di FDI in Consiglio nella Provincia autonoma di Trento e Consigliere Regionale del Trentino-Alto Adige.


Non possiamo più aspettare! La Provincia si confronti con il Governo per legalizzare l’utilizzo dello spray antiorso”
In questo momento sono in corso accertamenti a Caldes, dove è stato ritrovato il cadavere di un ragazzo, scomparso ieri pomeriggio dopo che era uscito per una corsa, che pare sia stato aggredito da un animale selvatico.
Già all’inizio di marzo, a seguito dell’aggressione avvenuta nei boschi di Rabbi, ero intervenuta segnalando che in altri contesti ove la convivenza tra esseri umani e grandi carnivori risulta difficile, l’Ente pubblico è intervenuto normando la possibilità di utilizzo dello spray antiorso: uno strumento che esiste ormai da oltre 35 anni e che, oltre a costare solo qualche decina di euro, garantisce un elevato livello di efficienza ed affidabilità, essendo in grado di tranquillizzare i residenti delle aree in cui l’animale si è insediato, favorendo l’accettazione sociale della specie, evitando esperienze fortemente traumatiche, imprimendo agli orsi coinvolti una lezione duratura e soprattutto tutelando al contempo la sicurezza tanto delle persone quanto degli animali. Lo spray, a base di capsicina (principio attivo del peperoncino, che deve essere pari almeno all’1-2%), affinché possa esercitare una efficace azione dissuasiva deve avere un volume adeguato (almeno 225 ml), una gittata fino a 8-10 metri e delle caratteristiche molto precise: una durata dello spruzzo di almeno 6 secondi con getti ripetuti e potenti.
Nello stringermi ai cari del ragazzo in questo triste momento, ribadisco come la situazione attuale non sia più tollerabile. L’auspicio è pertanto che la Provincia autonoma di Trento, come già fatto negli scorsi mesi per quanto riguarda i Custodi forestali, si confronti con il Governo affinché si introduca quanto prima anche in Italia – come già accaduto peraltro in molti Paesi in Europa (Slovenia, Grecia, Polonia, Bulgaria e Svezia) – la possibilità di utilizzo dello spray antiorso, superando le resistenze generate dalla diffidenza dovuta ad una scarsa conoscenza e ai timori legati ad un utilizzo improprio di tale strumento", consigliere provinciale Katia Rossato (Fdl).


LA POSIZIONE DELL'OIPA
Nell’esprimere cordoglio alla famiglia del runner morto mentre si allenava in montagna in Val di Sole, nella Provincia autonoma di Trento, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) fa al contempo notare a chi dà per certo che il giovane sia stato vittima di un animale selvatico - alcuni affermano addirittura sia stato l’orso MJ5 – che fare un'affermazione senza le prove significa dichiarare qualcosa come vero senza fornire alcuna evidenza o sostegno per tale dichiarazione. Questa è una pratica scorretta poiché può portare alla diffusione d’informazioni errate, ma purtroppo è quel che sta accadendo e si stanno rinfocolando strumentalmente le pretese di chi vorrebbe fare strage dei grandi carnivori, orsi e lupi, già nel mirino di politici e dei loro bacini elettorali non propriamente rispettosi della vita animale.


"Quando si fa un'affermazione, si dovrebbe essere in grado di fornire prove o basi solide per supportare ciò che si sta dicendo - commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. "Aspettiamo gli esiti degli opportuni esami ma in ogni caso invitiamo politici, residenti e categorie produttive a una maggiore precauzione nell’esprimere certezze, quando non ve ne sono. Occorre ricordare che esiste sempre un modo per convivere serenamente con gli animali che vivono nel loro habitat. Altre Regioni lo dimostrano. Le istituzioni mettano un maggiore impegno nella diffusione d’informazioni utili a tal fine e attivino, con le categorie produttive, misure di salvaguardia nel rispetto della vita animale, tutelata dall’articolo 9 della Costituzione".


IL VICEPRESIDENTE ROBERTO PACCHER
Il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Paccher interviene sulla vicenda di Caldes: "Lo faccio per esprimere la mia vicinanza alla famiglia del giovane scomparso. Aldilà dei contorni della vicenda ancora da chiarire, piangiamo un ragazzo che, uscito per una corsa nei boschi, è stato trovato straziato dai morsi di un predatore. Grande solidarietà anche al presidente della Provincia Maurizio Fugatti che, praticamente dall'inizio della legislatura, si batte per mettere un freno ad una fauna selvatica troppe volte risultata fuori controllo", osserva Paccher.


L'INTERVENTO DI PAOLA DEMAGRI E MICHELA DALLAPICCOLA
"Cordoglio, commozione, stupore. Sono solo queste le parole che chiunque può pronunciare su quanto accaduto a Caldes.
E un serio mea culpa di chi, pur cercando di fare del proprio meglio come abbiamo provato a fare anche noi, non è riuscito nel suo pieno intento. Creare un società più sicura, una comunità che protegge, una comunità in cui la politica si assume i propri doveri.
Verrà il tempo del "potevano fare di più", verrà il tempo delle responsabilità. Chi ha tentato di sminuire i problemi, chi ha smesso di raccogliere firme nei gazebo, chi non ha investito in informazione, diffusione delle conoscenza, in cultura dell'impegno verrà giudicato dall'evidenza.
Oggi si comprende il senso delle nostre serate informative in tournée in Trentino, oggi si capisce perché abbiamo da sempre accusato la giunta di non aver affrontato di prima persona i vari problemi. Ad esempio sui grandi carnivori, questione scaricata su Roma o su chi c'era prima.
Per questo critichiamo chi ha improntato il proprio operato in nuove varianti stradali e circonvallazioni anziché in un impegno, serio, in una sanità di qualità o in una coesione sociale in grado di assorbire, almeno in parte, le fragilità peggiori.
Ma questo non è il tempo delle critiche. Delle colpe avremo modo di parlarne ancora. Questo è il tempo del cordoglio e della tristezza per questi drammi terribili. Innanzitutto quello di Caldes dove una giovane vita è stata spezzata nel fiore dei suoi anni. Non di meno le altre storie, di solitudine, di follia.
Oggi è il tempo del silenzio", i consiglieri provinciali Paola Demagri e Michele Dallapiccola

Ultimo aggiornamento: 06/04/2023 10:17:34
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