E quella che doveva essere una visita di fatto si era trasformata in una lunghissima conferenza stampa, della durata di oltre due ore e mezza, grazie alle decine di aneddoti e curiosità raccontati dai due ospiti.
A promuovere entrambe le mostre è l’Azienda per il Turismo Val di Sole in collaborazione con il Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali e il Comune di Caldes. L’organizzazione è invece della società friulana Suazes ed il curatore è Marco Minuz.
La nuova parte espositiva vuole essere un progetto per raccontare la straordinaria carriera del corridore trentino Francesco Moser, in occasione dei suoi settant’anni. Vi sono infatti esposte le fotografie che raccontano i momenti più significativi del suo percorso sportivo (nella foto © Nitida Immagine).
Remo Mosna è fotografo e giornalista pubblicista. Nato ad Aldeno (Trento) nel 1946, collabora con varie testate giornalistiche tra cui La Gazzetta dello Sport e l'Adige. Dopo aver praticato ciclismo da giovane, dal 1969 si specializza nel foto giornalismo sportivo e segue le grandi manifestazioni internazionali del ciclismo: Giro d'Italia, Tour de France, Mondiali e Grandi Classiche. Oltre al ciclismo a tutti i livelli, dai campionati giovanili al professionismo, documenta le discipline dell'atletica, dello sci e del tamburello.
Seguendo da vicino la splendida carriera di Francesco Moser, le sue fotografie sono state pubblicate in numerosi libri sulla passione per la bicicletta e le corse, tra cui Francesco Moser Storia di un campione, I giorni rosa di Moser (1984), Giro d'Italia (2010), Francesco Moser e cinquanta anni di ciclismo (2001), 100 anni in bicicletta e la storia continua (2012), La terra dell'oro (2015), Dolomiti da leggenda (2020) e altri.
Ha curato diverse mostre sia collettive che personali. La più recente, dedicata al Giro d’Italia, è Panoramiche fotografiche dei 50 anni di Giro d'Italia (2021). Ha trasmesso la passione per la fotografia al figlio Daniele e alla nipote Natascia. La singolare esposizione presso Castel Caldes vuole dunque indagare, attraverso lo sguardo di celebri fotografi di Magnum ed arricchita ora dagli scatti di Remo Mosna, la dimensione umana di uno degli sport più seguiti dal grande pubblico.
Scegliere la sensibilità dei vari fotografi-artisti permette pertanto di andare oltre alle gesta sportive e porre l’attenzione sulle alchimie del ciclismo: l’unico sport, come ripeteva Gianni Mura, dove “chi fugge non è un vigliacco”. La mostra si chiude domenica 26 settembre dopo aver raccolto un successo di visitatori.