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Autopsia sul runner Andrea Papi morto nei boschi di Caldes

Caldes (Trento) - Dopo la morte di Andrea Papi (nel riquadro), il runner 26enne trovato cadavere nel bosco con ferite compatibili con l'aggressione di un animale selvatico, fioccano le proposte sia in Provincia che a livello nazionale. In attesa degli esiti dell'autopsia sul cadavere del 26enne che sarà eseguita oggi, le ipotesi investigative sono numerose e gli elementi finora raccolti dagli inquirenti portano ad un'aggressione da un animale selvatico. Molto probabilmente da un orso.


L'intervento
"Sugli orsi e i lupi il governo ha già dimostrato di avere le idee chiarissime, che si sono sostanziate sin dalla scorsa manovra di bilancio con iniziative mirate al contenimento di situazioni di pericolo.

Ora si tratta di alzare l’asticella, perché la minaccia dei grandi predatori sui sistemi economici e l’incolumità dei cittadini rischia in alcune aree del Paese, in particolare in Trentino ed in Alto Adige, dopo la morte di un ragazzo nei boschi della Val di Sole, di sfuggire ad ogni controllo”. Lo dice il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione affari costituzionali della camera Alessandro Urzì annunciando la presentazione di una interrogazione urgente al governo per permettergli di informare dettagliatamente l’opinione pubblica dei passi intrapresi.


“Non c’è bisogno di presa di coscienza del problema - chiarisce Urzì (nella foto) - perché è il governo stesso ad avere posto il tema per primo agli Italiani quando gli altri voltavano la testa altrove. Sappiamo che il primo degli interventi è quello a livello europeo per stralciare dalla lista degli animali a rischio di estinzione le specie di orsi e lupi che ormai costituiscono una sovrappopolazione in alcune aree italiane ad alta densità di residenti e di attività economiche. La facilitazione degli interventi di contenimento della diffusione, la possibilità di prelevamento o di soppressione in casi di particolare pericolosità sono priorità per chi voglia difendere il tessuto economico e demografico del Trentino e dell’Alto Adige così come di tutte le altre aree montane con sovrappopolazione di grandi predatori. Non si chiedono nè si pretendono autorità politiche con la pistola fumante e con diritto di uccidere ma regole che autorizzino interventi anche radicali snelli e che rispondano alle esigenze poste dal mondo produttivo e dai residenti capaci di potere operare con immediatezza e attraverso un controllo del territorio che non permetta più contatti ravvicinati addirittura ormai nel cuore degli stessi ambiti residenziali. Il governo ha indicato già a suo tempo la strada: oggi più che mai anche a livello europeo non si può continuare ad ignorare la pericolosità della situazione attraverso l’applicazione di principi di tutela dell’ ambiente naturale di carattere ideologico distante dalla vita reale di chi la montagna la vive o la frequenta”, afferma Alessandro Urzì, capogruppo di FdI in Commissione affari costituzionali della Camera.

Ultimo aggiornamento: 07/04/2023 03:08:44
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