Sono loro, più di chiunque altro, ad affermarsi come principali protagoniste del cambiamento e della promozione di un ambiente più sano, virtuoso e fertile, in senso lato, che possa costituire la base stessa del loro avvenire. E non è un caso, ovviamente, che lo stesso Consorzio abbia istituito un valido gruppo di lavoro composto da giovani esperti impegnati a studiare e sviluppare nuove strategie nell’ambito della sostenibilità.
Tra questi Jessica Paternoster, responsabile Trade Marketing, Jasmine Chini, del reparto Ricerca e Sviluppo, Loris Marchel, responsabile Qualità APOT e Simone Dalpiaz, responsabile Qualità Melinda. A loro sono stati affidati gli interventi su alcuni dei temi chiave dell’incontro: dall’avvio di un necessario cambio di passo sul fronte della sostenibilità, al ruolo di quest’ultima in senso strategico e valoriale; dalle normative in materia ai nuovi progetti, dalle iniziative di formazione a quelle per la tutela della biodiversità e l’uso responsabile degli agrofarmaci, dall’efficientamento energetico alla riduzione delle emissioni attraverso l’ampliamento delle celle ipogee e la costruzione della funivia delle mele.
Azioni per il presente e per il futuro, per il territorio e le persone. Ma esse implicano necessariamente un coinvolgimento attivo. Un vero e proprio lavoro di squadra. Ed è qui che entrano in gioco i progetti congiunti che chiamano in causa settori e attori diversi. A ricordarlo, nel corso dell’evento, Maurizio Rossini, amministratore delegato di Trentino Marketing e Andrea Nardelli, direttore generale di Dolomiti Energia Trentino Aquila Basket. Tra le iniziative citate, i progetti di responsabilità sociale a cominciare da “Tutti nello stesso campo”, che coinvolge persone con disabilità, richiedenti asilo, giovani e volontari. Ma anche la costruzione del nuovo centro visitatori MondoMelinda dal quale partirà un percorso dedicato per la visita alla funivia e alle celle ipogee con ovvie ricadute positive per il comparto turistico locale.
Infine il cibo. E non potrebbe essere altrimenti. Cibo come tradizione, cultura, territorio e valori. Ma anche come sapere scientifico, ha ricordato Annalisa Tirella, ricercatrice del BIOtech Research Center, Dipartimento Ingegneria Industriale dell’Università di Trento, proponendo un’originale chiave di lettura. E poi cibo come materia prima, compendio di responsabilità ambientale a partire dal campo. A raccontarlo Simone Rugiati, chef e conduttore televisivo. A lui, da tempo interprete di un’idea di cucina fondata sulla valorizzazione dei prodotti dell’agricoltura sostenibile, è stata affidata dal palco la chiusura dell’evento.