Pergine Valsugana (Trento) - A Trento lo chiamano tutti “don Torta”, ma all’anagrafe è don Guido Avi. Classe 1918, originario di Vigalzano, una frazione di Pergine Valsugana, ed ha compiuto 107 anni lo scorso febbraio. È il sacerdote più anziano della diocesi trentina, ma ridurre la sua figura a un record anagrafico sarebbe un torto: don Guido è memoria viva, coscienza civile e testimone concreto della fede.

Oggi a Casalino, frazione di Pergine, al termine della messa celebrata alle 9.30 nella chiesetta, un vero gioiello architettonico, don Avi ha ricevuto una targa del Consiglio regionale dalle mani del presidente Roberto Paccher.
Un riconoscimento simbolico ma sentito, accompagnato da parole di gratitudine per “una vita spesa con umiltà al servizio degli altri, nella fede e nell’operosità”.
Il soprannome “don Torta” se l’è guadagnato negli anni Cinquanta, quando, da parroco nel quartiere di Cristo Re a Trento, organizzava lotterie e vendite di dolci per raccogliere fondi e costruire la chiesa. «Datemi una torta e vi farò una chiesa», ripeteva alle parrocchiane. Promessa mantenuta: la chiesa fu edificata e quel nomignolo, nato per gioco, è diventato il marchio affettuoso di una missione instancabile.
Ordinato sacerdote nel 1942, ha attraversato il Novecento lasciando dietro di sé una scia di impegno concreto. Durante la guerra diede rifugio a militari italiani e alleati in fuga dai nazisti, sfidando la paura e le retate. Un’azione silenziosa, mai esibita, come tutte le sue: dalla catechesi ai giovani al sostegno ai poveri, dalla difesa dei deboli fino alla beneficenza di oggi. Perché anche a 107 anni, don Torta non ha smesso di aiutare: i proventi del suo libro autobiografico, Un gerlo di storia e di Provvidenza, sono stati destinati alla ricostruzione dell’oratorio di Cascia, colpito dal terremoto del 2016.