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Celebrazioni centenario Matteotti: approvato il ddl Maestri

La decisione del Consiglio provinciale di Trento

Trento - Approvato il ddl Maestri sulle celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti. Si è conclusa con l’approvazione all’unanimità del ddl di Lucia Maestri (Pd) sulle celebrazioni del centenario dalla morte di Giacomo Matteotti, il deputato socialista di origini trentine ucciso dagli squadristi fascisti nel 1924, la tornata consiliare di aprile. Nel corso del pomeriggio via libera anche alla proposta di voto per il cessate il fuoco a Gaza e alla mozione di Vanessa Masè (La Civica) per un protocollo sulla gestione dei Trattamenti sanitari obbligatori (Tso).

Cessate il fuoco a Gaza, sì unanime
La seduta pomeridiana è ripresa con la proposta di voto per il cessate al fuoco a Gaza che è stata votata all’unanimità. La vicepresidente della Giunta, Francesca Gerosa però aveva chiesto una votazione separata. Richiesta che Filippo Degasperi (Onda) ha definito una stranezza perché il punto tre, sul quale la Giunta aveva dei dubbi, chiede al governo di portare avanti le sanzioni rispetto ad un organizzazione terroristica qual è ufficialmente Hamas. Anche Lucia Maestri (Pd) ha chiesto le motivazioni dei dubbi su punto 3. L’assessore Zanotelli ha ribadito che era stato chiesto un cambiamento del punto tre rispetto a una questione delicata e che a Zanella era stato proposto un emendamento che però non è stato accettato. Comunque, alla fine dall’esecutivo è giunto il via libera al sì alla proposta di voto. Nel corso del dibattito Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha ricordato che la reazione feroce per distruggere Hamas da parte dell’esercito israeliano è stata provocata dall’attacco terroristico del sud di Israele del 7 ottobre. Ma ha aggiunto che non è ammissibile che nel 2024 bambini e donne innocenti debbano morire a causa delle guerre. Quindi, le istituzioni devo fare tutto il possibile per dire basta a questi tragici conflitti.

Paolo Zanella, proponente della proposta di voto, ha ricordato che il popolo palestinese è stato abbandonato da tutti, anche dai paesi arabi. La mozione ha aggiunto è una mozione di equilibrio, rispetto però ad uno squilibrio: la reazione di Israele che è stata sproporzionata e ha provocato 30 mila morti.

Andrea de Bertolini (Pd) ha affermato che Zanella ha mostrato nel testo della proposta un grande equilibrio puntando sul valore fondamentale dei diritti umani. La situazione in Medio Oriente pone, ha aggiunto, una serie di interrogativi sulle responsabilità, quelle di Hamas, gruppo terroristico ma che però ha vinto le elezioni a Gaza; quelle di Israele che incita i coloni a conquistare le terre dei palestinesi e dall’altra ha all’interno un movimento che si oppone al governo. Un testo che pone anche interrogativi sul fatto che due religioni stanno alla base dello scontro. In sintesi, per de Bertolini, si deve fermare questa dimensione mortifera e nichilista.

Paola Demagri (Casa Autonomia), infine, ha affermato che il Consiglio deve trattare anche di vicende lontane da noi anche per evitare il rischio di abituarci alle guerre.

Un protocollo per gestire i Tso
Si è passati poi alla mozione di Vanessa Masè (La Civica) che impegna la Giunta a attivare un tavolo con tutti gli attori interessati perché venga redatto un un protocollo d’intesa per la gestione dei Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) e Aso (Accertamento sanitario obbligatorio). Mozione che è stata votata con 19 sì, 6 no e 6 astenuti; mentre il dispositivo è passato all’unanimità. Una richiesta, ha detto la consigliera della Civica, che viene direttamente dai Corpi di polizia locale che sono chiamati a gestire queste situazioni delicate e complesse. Per Masè servono quindi linee guida chiare, anche perché purtroppo il disagio e la malattia mentale sono in crescita. Stefania Segnana (Lega) ha detto che queste situazioni sono state affrontate da un tavolo non ufficiale, con i servizi psichiatrici e il Comune di Trento. Tavolo che si riunisce una volta al mese che ha il compito di valutare i casi e gli interventi di Tso, ma la proposta della consigliera Masè, ha aggiunto, va nella direzione giusta ed è condivisibile.

Francesco Valduga (Campobase) ha posto l’accento sulle necessità di supporto da parte delle strutture sanitarie che sono ancora più vive nei comuni periferici anche per la mancanza di riferimenti ospedalieri per i ricoveri. Quindi, il capogruppo ha espresso il sì al dispositivo della mozione. Ma non c’è solo il punto di vista della polizia locale, basti pensare che il sindaco ha la responsabilità di limitare la libertà di una persona senza averne competenze e quindi il riferimento alle strutture sanitarie è fondamentale. C’è poi un problema di formazione delle personale chiamato a intervenire. Ma il punto centrale devono essere le fragilità, i problemi di salute e il Tso non va visto come intervento di ordine pubblico e di salvaguardia della quiete. Quindi, Valduga ha chiesto di non puntare troppo sugli aspetti organizzativi o mediatici, perché la sicurezza c’è solo se si riescono ad affrontare i problemi delle persone fragili.

Christian Girardi (FdI) ha ricordato che le forze di polizia locali sono molto migliorate nella gestioni di Tso o di situazioni complesse. C’è la necessità di un protocollo, ma c’è anche bisogno di fare un ragionamento su quanto accade prima della firma del Tso o Aso perché manca chiarezza sulle responsabilità.
Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha affermato che i problemi psichiatrici sono in crescita e richiedono competenza e discrezione negli interventi di Tso o di accertamento. Questo anche per il benessere delle persone. Un coordinamento di tutti i soggetti interessati è quindi indispensabile e la proposta di Masè va in questa direzione. Quindi, bene intervenire sulla polizia locale, ma il protocollo dovrà essere esteso a tutti i soggetti.

Maria Bosin (Patt), condividendo la mozione che non manca di umanità, ha ricordato che i sindaci alle volte sono chiamati a gestire situazioni pericolose o emotivamente tese e spesso si trovano in difficoltà. Il tavolo andrebbe però esteso anche a chi ha la responsabilità di gestire i soggetti dopo il Tso per una presa in carico corretta. Nelle valli, ha ricordato, i centri di salute mentale non sono aperti nelle ore notturne e non ci sono strutture ospedaliere disponibili.

Francesca Parolari (Pd) ha chiesto che venga centrata l’attenzione sulla persona malata che viene sottoposta a Tso prima di tutto per la sua sicurezza.
Per la rappresentante Pd è necessario che i soggetti chiamati a intervenire devono trovarsi per stabilire un protocollo, soprattutto in vista della chiusura della struttura psichiatrica di Arco. Parolari ha chiesto che nella premessa della mozione venga richiamata l’attenzione alla persona fragile e ai suoi bisogni. La consigliera Pd ha dichiarato la disponibilità a votare la necessità di attivare il tavolo, ma di non condividere la premessa.

Paola Demagri di Casa Autonomia ha detto che è necessario chiedersi della necessità di un tavolo quando c’è già una procedura prevista per il Tso, ma la mozione è condivisibile. L’assessore alla salute Mario Tonina ha aggiunto che la mozione è positiva e ha ricordato di aver proposto un emendamento che chiarisce il contenuto del dispositivo allargando il coinvolgimento a tutte le strutture che si occupano di salute psichica, centri di salute mentale e Dipartimento transmurale di salute mentale.

In replica Vanessa Masè ha detto che la sua proposta si focalizza su un bisogno specifico senza trascurare l’importanza delle persone che manifestano i disagi. Del resto gli interventi degli ex sindaci dimostrano quali siano le urgenze e che le lacune si mostrano principalmente negli aspetti che riguardano la polizia locale. L’esponente della Civica ha affermato che certamente va posto al centro la persona, ma il suo testo riguarda un settore specifico. Anche Paolo Zanella (Pd) ha affermato che la premessa andrebbe cambiata perché non tocca le persone che devono venire soggette a Tso.

Celebrazioni per il centenario della morte di Matteotti, sì al ddl Maestri
Approvato all’unanimità il ddl 7/XVII, di Lucia Maestri sulle celebrazioni per il centenario della morte di Giacomo Matteotti. Un uomo, ha ricordato, che aveva radici familiari a Comasine di Pejo e radici politiche trentine con il Partito socialista di Cesare Battisti. Il Matteotti anti nazionalista, anti militarista, favorevole alle autonomie locali. Il politico che seppe cogliere le fragilità dell’Italia uscita dalla Grande Guerra; i problemi del proletariato, in particolare del suo Polesine, che affrontava con rigore ma con metodo riformista. Un lavoro di analisi, il suo, fondato su dati che lo portò a capire quale sarebbe stata la parabola del Fascismo alimentato dalla crisi socio – economica e politico, dalla reazione dei grandi proprietari terrieri e dagli interessi stranieri che sostenevano Mussolini. Il deputato che seppe denunciare la viltà dello stato liberale e della monarchia che aprì le porte al golpe della marcia su Roma e la violenza dello squadrismo del quale rimase vittima. Il 10 giugno 1924 venne rapito nei pressi della sua casa sul Lungo Tevere di Roma da un gruppo di assassini, guidati da Amerigo Dumini, alle dirette dipendente di Mussolini. Un omicidio, ha aggiunto la consigliera del Pd, che ricorda quello di Navalny. Alla Provincia autonoma di Trento, ha concluso, spetta di mantenere il ricordo di questa figura.
Carlo Daldoss (FdI) ricordando l’origine della val di Pejo di Matteotti, ha evidenziato che tutti gli anni davanti alla casa della sua famiglia a Comasine l’onorevole socialista viene ricordato, sottolineando i valori condivisibili da tutti come la democrazia e la tolleranza. La memoria di Matteotti, ha detto Daldoss, non dovrà limitarsi al centenario della sua morte, ma diventare un mezzo per diffondere, soprattutto tra i giovani, i valori della tolleranza e del rispetto delle idee altrui. Oggi, ha concluso, tutti siano antifascisti e per questo le celebrazioni dovranno avere la forza di guardare avanti e non soltanto al passato.
Francesco Valduga (Campobase) ha definito il ddl doveroso e necessario per una ricordare una figura che è stata esemplare per il coraggio di non piegarsi alla prevaricazione e alla violenza. Ma il ddl è necessario perché il suo omicidio rappresentò un passaggio emblematico nel quale il Fascismo si mostrò come regime che arrivò fino all’apice delle leggi razziali e della guerra a fianco della Germania nazista. La vicenda di Matteotti ci ricorda poi che libertà e democrazia non sono diritti acquisiti. Rivolgendosi a Daldoss ha detto di non avere dubbi sul suo antifascismo, ma non è vero che in Italia siamo tutti antifascisti. E ha ricordato che ci sono politici che il 25 aprile fanno gli auguri di S.Marco a tutti per cancellare la memoria della liberazione. Una memoria che serve a ricordare la tragedia del Fascismo che non dobbiamo più correre il rischio di rivivere.
Francesca Gerosa ha affermato che il ddl rientra nel percorso della legge nazionale, ma ha ricordato che il Museo storico ha già avviato iniziative, compresa la pubblicazione di un volume, e c’è l’obiettivo di ospitare in Trentino la mostra fotografica su Matteotti. La vicepresidente ha anche ricordato i due emendamenti della Giunta: il primo che richiama il supporto scientifico del Museo storico del Trentino e il secondo che pone il tetto di 100 mila euro per le celebrazioni.
Walter Kaswalder (Patt) ha anche lui affermato di condividere il ddl che ricorda una persona che ha avuto il coraggio di sacrificare la vita per i suoi ideali.
Michele Malfer (Campobase) ha detto che questo drammatico centenario è una grande occasione per la memoria. Malfer ha ricordato il suo emendamento che ha l’obiettivo di rendere protagonista nelle celebrazioni il Comune di Pejo.
Paola Demagri (Csa Autonomia) ha condiviso il ddl che ricorda un uomo amante della terra, della famiglia e dell’identità e che è stato protagonista di una storia fondamentale per il nostro futuro.
Claudio Cia (Misto) ha ricordato che questo ddl ha lo scopo di ricordare una nobile figura e per dire un “mai più” alle dittature.
Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha sottolineato l’importanza che viene data nel ddl alla didattica per far conoscere ai giovani queste grandi figure.
In replica Lucia Maestri ha affermato che questo ddl, come ha detto Valduga, è necessario perché siamo tutti antifascisti ma lo dobbiamo essere anche fuori da qui Fugattie ciò significa ritenere il 25 aprile la festa di tutte le italiane e tutti gli italiani. Non sono, secondo la consigliera dem, queste figure devono essere esempi per chi fa politica oggi.
Tatiana Potrich è stata eletta, per le minoranze, nel collegio dei revisori dei della Fondazione del Museo storico
Lucia Coppola (Avs) ha affermato che Matteotti dà risalto alla comunità democratica e il suo riformismo è stato l’ultimo ostacolo alla dittatura fascista e per questo ucciso. Un omicidio che fece vacillare il regime e costrinse Mussolini a cercare a prendere le distanze dall’omicidio. Presa di distanza poco credibile anche perché il Duce lo aveva minacciato dalle pagine del suo stesso giornale “Il popolo d’Italia”.
Ultimo aggiornamento: 12/04/2024 07:23:11
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