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Trento, gran finale del Festival dello Sport

Trento - Gran finale del Festival del Sport. Tra i protagonisti della giornata conclusiva Carolina Kostner, Zico e Franco Causio, Chris Froome, le mamme dello sport Tania Cagnotto, Elisa Di Francisca e Flavia Pennetta, Gianluca Vialli e i cestisti italiani targati Nba Belinelli, Gallinari e Melli.


Scoglamiglio-FroomeTra gli appuntamenti di spicco alla fine della seconda giornata del Festival dello Sport, la leggenda del tennis Rafael Nadal, intervistato dal vicedirettore vicario della Gazzetta Gianni Valenti. Rafael Nadal ha ripercorso la sua carriera, senza un rimpianto, e guarda al futuro: "Ho buttato alle spalle tutte le brutte sconfitte, non penso al ritiro e voglio continuare a vincere".


Con Federer “Ci siamo sempre rispettati. La rivalità è come la vita, si evolve. Oggi sono più tranquillo, quand'ero giovane c’era più intensità”; e sul record di Slam: “Io 19 (oggi il 20esimo a Parigi col successo su Djokovic) e Roger 20, ma c’è anche Novak a 17. La cosa non mi ossessiona, anche se vincere l'ennesimo slam sarebbe per me fantastico”.


Per Jannik Sinner Nadal ha parole d'elogio: "Ha margine per migliorare, ha un talento enorme e grande umiltà”. A chiudere la seconda giornata del Festival un'ora di aneddoti, emozioni e ricordi, con i fratelli Filippo e Simone Inzaghi, per la prima volta insieme su un palco, intervistati dal giornalista Giovanni Battista Olivero. Calciatori di successo prima e ora allenatori di Serie A, apprezzati da tutti per capacità e passione, sono legatissimi e tra loro non esiste l'invidia.


"Simone era più bravo di me - dice Filippo - ha segnato 4 gol in una partita di Champions. Senza il problema alla schiena avrebbe fatto meglio di me per le sue doti tecniche".


"Mio fratello ha fatto tutti i record che poteva ed è stato un riferimento per il calcio - dice Simone -. Con la Var avrebbe ugualmente segnato tantissimo. Gli invidio solo un gol in una finale di Champions".


Un giorno molto particolare per loro è stato vent'anni fa, quando Simone vinse lo scudetto con la Lazio e Filippo lo perse con la Juve nella partita della pioggia a Perugia. "Lo chiamai come sempre subito dopo - dice Simone - è stata una giornata strana, ma per noi non cambia niente". E sarà così anche dopo Lazio-Benevento.


Ad aprire, invece, l’ultima giornata del Festival una campionessa inarrivabile, Carolina Kostner: una medaglia olimpica, sei mondiali e undici titoli europei, una grande tecnica abbinata a straordinarie doti artistiche che hanno segnato un’epoca del pattinaggio di figura. E soprattutto una longevità sportiva che ha del clamoroso, ai vertici per 15 anni. Ma che cosa cerca di trasmettere Carolina Kostner quando danza sul ghiaccio?


“Il pattinaggio è un racconto della mia vita e di chi sono, porto le mie emozioni in quegli istanti, ma anche quelle della coreografia che propongo. Per me scendere in pista non è solo raccogliere un risultato, ma anche condividere la passione e provare ad essere di ispirazione per qualcuno. Il pubblico per me è importante quanto i giudici, la gara è un momento in cui sto dando qualcosa.”


Dopo l’infortunio casalingo nel 2018, l’intervento all’anca e la riabilitazione, la campionessa di Ortisei non ha nascosto la sua determinazione a ritornare a pattinare e non esclude neppure nuove esperienze agonistiche. “Sono impaziente, ma mi sono ripromessa di guarire fino in fondo".


Tanto amore per il futebol e per l’Italia, per Udine e per l’Udinese. Zico, grande campione brasiliano collegato dal Giappone e il suo vecchio compagno nell'Udinese e amico Franco Causio hanno animato un divertente dibattito tra passato, presente e futuro, intervistati da Alberto Cerruti. Mezz'ora di ricordi e battute su una stagione che a Udine resterà indimenticata.


Ciro Scognamiglio (nella foto) ha intervistato il campione britannico Chris Froome durante una pausa nella preparazione alla prossima Vuelta che segnerà il suo rientro dopo il grave incidente nel 2019 durante una ricognizione al Criterium del Delfinato. Proprio la vittoria alla Vuelta di 9 anni fa aveva lanciato Froome nel firmamento dei grandi campioni del ciclismo. Negli anni successivi avrebbe collezionato ben 4 Tour, sfiorato più volte la quinta vittoria nella Grande Boucle e il Giro d’Italia nel 2018.


“Non sapevo nemmeno se dovevo partecipare alla Vuelta, ha ricordato Froome, ma avevo già acquisito la mentalità giusta per quel tipo di gare. Così quando Wiggins è andato in crisi ho preso le redini di quella Vuelta e alla fine sono arrivato secondo. Poi hanno squalificato il vincitore Copo e mi hanno assegnato la vittoria.” Oltre ai quattro Tour vinti tra il 2013 e il 2017, uno dei successi più prestigiosi rimane la vittoria al Giro d’Italia del 2018 con l’impresa sul Colle delle Finestre. “Partivo con 3 minuti di ritardo dalla maglia rosa Dumoulin ma sento sempre quando è il momento giusto, è l’istinto della gara.

Ho dato tutto e ho preso la maglia rosa, un giorno memorabile.” Sicuramente una delle più grandi imprese del ciclismo moderno,


La mamma di Maya, Tania Cagnotto, la mamma di Ettore, Elisa Di Francisca, la mamma di Federico e Sara, Flavia Pennetta, per un palcoscenico tutto al femminile e tanto vincente al Festival dello Sport. Tre storie le loro, di atlete e mamme, che in quello che doveva essere l’anno Olimpico poi rinviato per la pandemia, hanno seguito percorsi diversi, sicuramente non scontati.


Tania Cagnotto sicuramente. Lei l’Olimpiade in Giappone l’aveva iniziata a programmare insieme a Francesca (Dallapé), ma poi è arrivato inaspettato il posticipo al 2021, “e a quel punto è la vita che ha scelto per me” e l’annuncio affidato ai social della seconda gravidanza.


“Ho lasciato il tennis quando ero al vertice, dopo la vittoria agli US Open, ha detto invece Flavia Pennetta, perché ero contenta di quanto ottenuto. Il lockdown è stato un periodo piuttosto duro per me e Fabio (Fognini) che si è calato nel ruolo di papà full time. Abbiamo sperimentato la nostra vita futura.


Tania ed Elisa, dopo la prima gravidanza sono ritornate ai vertici delle loro specialità. “Dopo l’arrivo di Maya proprio non lo pensavo, ha detto Tania Cagnotto, è stata una sorpresa anche per me.” Anche Elisa non era proprio convinta di ritornare in pedana dopo l’arrivo di Ettore: “Lo sport che facciamo ti assorbe completamente. Ma proprio Ettore mi ha dato lo stimolo a tornare in gara”.


“Mio padre, racconta Flavia Pennetta, spera ancora nel mio rientro allo sport. Anche Fabio ci ha provato, gli ho fatto da partner negli allenamenti in lockdown.”


Ma quanto aiuta il mondo dello sport una atleta mamma? Flavia ha ricordato che sono tante le mamme nel tennis: “Serena Williams ha aperto una strada, nella WTA c’è la nursery, ma dobbiamo ancora fare molto, c’è una mentalità da cambiare specialmente in Italia”.


Appuntamento attesissimo in questa giornata conclusiva, l'intervista di Walter Veltroni a Gianluca Vialli. La maglietta del cuore resta quella della cremonese, la squadra degli esordi, della sua città, ma sono tanti i ricordi meravigliosi di Vialli, dalla straordinaria stagione alla Sampdoria coronata dallo scudetto, al trionfo alla Champions nel '96, ai campioni con cui ha giocato: “Sono stato molto fortunato perché ho giocato con i migliori numeri 10, Roberto Mancini, Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, Gianfranco Zola. Manca solo Totti, perché è più giovane”.


Ed è grande il piacere di ritrovarsi ora di nuovo insieme con Mancini: “Roberto ha creato un'atmosfera molto bella, il suo è un calcio efficace e innovativo che i giocatori mettono in pratica con grande efficacia. Questa Nazionale può fare molto bene”.


Per Vialli rientrare nella Nazionale è bellissimo: “Sono grato di aver potuto riprendere un percorso che si era interrotto tanti anni fa, e questo incarico mi dà l'opportunità di fare quello che voglio fare adesso nella vita: ispirare le persone”.


Sul Campionato attuale, esprime tutta l'ammirazione per l'Atalanta: “Mi piace da morire, è una squadra dove avrei voluto giocare”, e della Juve dice “E' una squadra che ha sempre fame di vittoria, ma quest'anno la gara è più aperta”.


Vialli ha parlato anche del talento di giocatore, un tema a lui caro: “Servono determinazione, rigore, abnegazione, energia, etica, serietà, puntualità. Il talento può anche arrivare dopo, non essere un dono naturale ma una conquista.”


Sulle regole calcio-Covid dice: “Il calcio senza pubblico non è la stessa cosa, e speriamo che questa situazione passi presto. Ma intanto servono regole certe e rispettate, nell'interesse di tutti”. Quando parla della malattia, che non vuole chiamare battaglia, emergono la profondità e la fatica di un lungo percorso dove hanno contato la disciplina di atleta, gli affetti, la consapevolezza di sé.


Nicolò Melli, Marco Belinelli e Danilo Gallinari, sono gli atleti italiani che giocano nella Nba. A causa della pandemia, dopo cinque mesi di stop delle gare, a fine giugno sono stati confinati nella “Bolla Nba”, per consentire a tutte le 22 squadre di completare regolarmente il campionato nella massima sicurezza. Della bolla si è parlato anche al Festival. Per Nicolò Melli “Sembrava di vivere in un film, una specie di camp gigantesco ma ben organizzato. Però giocare senza tifosi è stato davvero particolare”. Cosa differenzia il basket dell’Nba dal resto del mondo? “Una pallacanestro veloce, una grande organizzazione, una mentalità diversa” le parole di Melli. Danilo Gallinari che in Nba gioca da 12 anni, ha ripercorso i momenti più belli di questa esperienza: “L’arrivo in America è stato molto emozionante, però il massimo qui è riuscire a vincere il torneo. Mentalmente è stato un salto importante”.


L’ultima giornata del Festival ha proposto la Masterclass di Parkour, un’arte, oltre che uno sport, una disciplina metropolitana che sta esplodendo anche in Italia. A svelare al pubblico i segreti per imparare a superare qualsiasi genere di ostacolo con la maggior efficienza, velocità e semplicità possibili sono stati Roberto Carminucci, direttore tecnico insieme agli atleti della Nazionale italiana di Parkour che hanno eletto Cles in Val di Non a sede dei loro ritiri.


Il Festival dello Sport è stato organizzato da La Gazzetta dello Sport e da Trentino Marketing, con la collaborazione di Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Apt di Trento e con il patrocinio del Coni e del Comitato Italiano Paralimpico.

Ultimo aggiornamento: 11/10/2020 23:17:47
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