Trento - Davide Magnini è tornato sul luogo del delitto, o meglio della sua prima vittoria a «La Direttissima», spettacolare sfida vertical da piazza Duomo a Trento a Cima Palon, e, dopo aver percorso 12,7 km e 2.053 metri di dislivello, ha superato se stesso e ha ritoccato il suo record, stabilito nel 2018.
Foto di Marco Gobber.
Il solandro, atleta del centro Sportivo Esercito, ha dimostrato ancora una volta quest’anno di aver ritrovato ritmo e determinazione, dopo un 2021 difficile. Ha subito imposto la propria cadenza sin dalla prima verticalità e non si è risparmiato lungo il tracciato, con un tratto iniziale nel bosco, quindi sulle piste da sci della skiarea Monte Bondone, affrontando poi il sentiero fra i mughi fino a Cima Palon, fissando il cronometro sul tempo di 1h26’36”, di 4 secondi migliore rispetto al suo precedente primato.
Subito dopo lo start, allestito nella suggestiva piazza Duomo, con 140 runners partiti in contemporanea, il vermigliano del team Salomon Davide Magnini si è messo a fare l’andatura, marcato stretto dal bellunese di Fregona di Canale d’Agordo Lorenzo Cagnati, che è tornato ad indossare un pettorale dopo lo stop per motivi lavorativi. I due sono rimasti appaiati fino al tratto nel bosco dopo Sardagna, quando il trentino con l’incremento della verticalità è riuscito ad aumentare il ritmo e ad andarsene in solitaria, incrementando via via il proprio vantaggio fino al traguardo di Cima Palon.
L'inseguitore non si è scoraggiato e ha gestito le proprie forze, controllando a distanza il lecchese Daniel Antonioli, da inizio gara fino al traguardo praticamente sempre terzo in solitaria. Lorenzo Cagnati è transitato sul traguardo di Cima Palon con il tempo di 1h31’56”, con un gap di oltre 5 minuti rispetto al trionfatore di giornata, precedendo di 21 secondi Antonioli.
Quarto posto assoluto per l’altoatesino di Avelengo Andreas Reiterer, specialista delle gare ultra trail, che si è però ottimamente difeso nella sfida verticale da Trento al Bondone, accusando un ritardo di oltre 9 minuti dal vincitore Magnini. Un altro nome che ha dato lustro alla start list, come quello del trionfatore di dodici mesi fa Christian Modena, giunto quinto sul traguardo del Palon, staccando il fiemmese della Dolomitica Thomas Guadagnini, quindi settimo Matteo Rodigari, davanti a Nicola Porcu, Stefano Grimaz, Marco Facchinelli e Daniele Andreis.
Vittoria con timbro sci alpinistico anche in campo femminile, visto che a trionfare è stata Ilaria Veronese, che come Magnini fa parte della nazionale italiana di skialp. La piemontese di Coazze ha perso subito il comando quando la strada è iniziata a salire subito dopo Piedicastello ed ha mantenuto un ritmo risultato insostenibile per le avversarie, gestendo le energie sia sui passaggi erbosi sulle piste da sci, sia sul sentiero finale fra i mughi, che portava in cima al Palon. Sul traguardo ha fermato il cronometro su tempo di 1h50’34”, infliggendo un distacco di oltre 8 minuti alla francese Stephanie Jimenez, non in perfette condizioni fisiche, che è però riuscita a mantenere imbattuto il record stabilito nel 2018 con il tempo di 1h50’13”.