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Festival dello Sport, a Trento il racconto di Maldini tra campo, scrivania e aneddoti

Trento - Un racconto a 360°, dal passato glorioso all'attualità da dirigente. La giornata conclusiva del Festival dello Sport porta Paolo Maldini al Teatro Sociale di Trento, con tifosi ad esporre le sue maglie dalle balconate del Teatro Sociale. Foto @Michele Lotti - Archivio ufficio stampa Provincia autonoma di Trento.


Oltre un'ora di parole per il responsabile area tecnica del Diavolo con tanti aneddoti inediti che hanno aggiunto ironia e curiosità ai consueti applausi dell'appuntamento.


26 trofei, tra i quali 7 scudetti e 5 Champion’s League. 647 partite con solo due colori addosso: il rosso e il nero del Milan. Miglior terzino del mondo. Sono davvero tanti i «momenti di gloria» che hanno costellato la carriera di Paolo Maldini. "Lo scudetto dell’anno scorso, da dirigente - ha detto al Festival - è stato un sigillo. All'inizio non mi sentivo pronto né adeguato alla carriera da dirigente. Leonardo, che ha una visione della vita basata sui miei stessi valori, mi ha insegnato tanto e incoraggiato molto". Da dirigente, il grande numero 3 rossonero ha confidato di porsi ai giocatori come un padre: "In fondo, loro hanno l’età dei miei figli. Io a 16 anni mi sono ritrovato a dover essere uomo e mi ricordo bene le mie insicurezze". Un Paolo Maldini al quale piace il suo nuovo ruolo: "Mi sento il garante dei tifosi rossoneri. Il nome della mia famiglia è legato al Milan dagli anni Cinquanta". E, appunto, quanto manca papà Cesare, scomparso qualche anno fa? "Tanto, nella quotidianità come quando io e i miei figli vorremmo dimostrargli cosa siamo capaci di fare".


Il rapporto con i singoli. "Giroud è un campione, punto e basta. Ha vinto un Mondiale, gioca in nazionale, è un professionista esemplare. La caratteristica principale di un campione è che è umile ed è un uomo squadra. Un campione viene fuori quando c'è bisogno. All'inizio è stato limitato da qualche infortunio, ma poi è venuto fuori. Ma è la storia di tanti giocatori che sapevano che l'occasione era quella. Internamente sapevamo che quella era l'occasione per arrivare ad un sogno, lo sentivamo, ci abbiamo creduto e i risultati sono arrivati. Pagato un milione più bonus? In realtà i bonus non si sono attivati perché doveva essere presente un tot di partite. Ibrahimovic? Se sta bene gioca ancora. ha velocità cattiveria e tecnica straordinarie. Lui è Zlatan. Lo sarà anche lasciato il campo. Maignan? Un grande portiere moderno e particolare: coi piedi a far girare palla è meglio dei nostri centrali difensivi. De Ketelaere? Ha tempo per crescere. Un giocatore di grande prospettiva. Mister Pioli? Avevo giocato con lui in under 21. Ha una carica contagiosa sul campo. Era considerato un “normal one”, ma è un leader nato. Non cerca mai alibi".


Poi ancora tanto pallone che rotola: l’Inter, i derby, la rivalità ("giusta per i tifosi; noi giocatori e dirigenti dobbiamo sempre mantenere un certo equilibrio tra rivalità e rispetto"); San Siro e il nuovo stadio ("al Meazza abbiamo tanti ricordi e la convivenza tra noi e l’Inter funziona, ma bisogna anche guardare al futuro, non si vive di soli ricordi").

Il Milan berlusconiano dominava il mondo, il Milan del Maldini dirigente riparte con ambizioni e umiltà: "Il nostro budget è pari a quello di una ventesima squadra del calcio inglese… Gerry Cardinale, il presidente, ascolta, ha energia, vuole fare. Il budget è la nostra guida: serve equilibrio tra ricavi e investimenti. Ma noi, a fare la differenza, abbiamo una storia e tante idee". Che magari riporteranno presto il Diavolo ad azzannare la coppa dalle grandi orecchie. Il grande campione rossonero ha sintetizzato così il suo rapporto con lo sport più bello del mondo e l’unica maglia, a strisce rosse e nere, che ha indossato in 25 anni: "Il bello del nostro lavoro, calciatori o dirigenti sportivi, è dare felicità. Quello che conta è sempre il bene del Club, anche il bene personale. Ci ha detto una cosa Paul Singer, che è venuto a vedere solo due partite da quando Elliott ha preso il Milan, il derby di febbraio e la gara di Reggio Emilia: "Sono rimasto impressionato, avete una fortuna. Attraverso il vostro lavoro potete dare felicità". Lui ha visto il meglio che c'era (ride, ndr). Ha ragione però, andare a lavoro per cercare di dare felicità è tanta roba. Dare messaggi positivi è una fortuna, quando diventi credibile le persone ti prendono come esempio. È una cosa che ti fa piacere. Sono piccole cose ma importanti".


Sulle frasi che usa Pioli a Milanello: "Ci sono statistiche, frasi di avversari, di ex compagni o anche di ex allenatori. Magari anche più di un paio di ex compagni. È una persona sensibile, capisce come stimolare il gruppo e quindi ogni tanto appende qualcosa".


"Io sono molto realista ma anche molto sognatore. E sognare di arrivare al risultato massimo è una cosa che trasmette fiducia. Per questo a Natale mandai quel messaggio a Gordon Singer dicendogli che avremmo vinto il campionato. Non ero sicuro di vincere lo scudetto ma c’erano le potenzialità. A gennaio in realtà non avevamo budget per fare mercato, poi la Juve ha preso Vlahovic, l’Inter Gosens e allora un piccolo budget venne fuori ma a quel punto dissi 'Non lo voglio, siamo già forti così'".


Un pensiero anche a Galliani e Berlusconi: "Galliani è milanista, ma milanista milanista. Quando contro lo Spezia l'arbitro ha sbagliato e non ci ha dato il gol, dopo 15 giorni è andato ad arbitrare il Monza. Galliani entra nello spogliatoio e dice "Ma come si permette di annullare quel gol al Milan?". Negli anni abbiamo avuto qualche incomprensione, adesso il rapporto è fantastico. Lui non fa mai dimenticare quello che ha fatto per il Milan, lui è milanista dentro. È un grandissimo dirigente, quello che ha fatto col Monza è incredibile. Lunga vita a Galliani, dobbiamo tanto a lui. Berlusconi? Mi ha chiamato ultimamente per consigliarmi un acquisto, ma non posso dirlo (ride, ndr). Chiama spesso Pioli. La cosa che consiglia più spesso è quella di non giocare col portiere, ma poi quando Maignan lancia 80 metri e facciamo gol impazzisce. È contento di questa strada che sta prendendo questo club, rimane un tifoso del Milan".


Sulle offerte irrinunciabili... "Sì, c'è un "non vi presentate neanche". Theo? L'hai detto tu (ride, ndr). È un calciatore di altissimo livello. Ma non solo per lui, anche per altri. Se poi si presentano comunque dobbiamo vedere. Ma non necessitiamo di una cessione, i conti sono a posto. Ma i giocatori ormai incedibili non esistono più".


La chiusura su Federer: "È una brutta domanda, mi fa star male. Sono innamorato di quello che Federer ha portato nel mondo dello sport. Ci sono pochi atleti che mi hanno ispirato, lui è uno di questi. Sono andato a vederlo, l'ho visto dal vivo. Lui mi faceva i complimenti, io gli dissi: "Per il tuo rovescio darei due Champions League". Un talento incredibile, mancherà a tutti gli amanti dello sport. Ha concluso alla grande".

Ultimo aggiornamento: 25/09/2022 20:19:18
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