Iseo (Brescia) - A
Clusane d'Iseo, in prossimità con il confine con Paratico si stanno, cementificando
13mila metri quadri in riva al
lago d'Iseo, nel tratto posto tra un distributore di benzina e l'area verde a nord di un ex concessionaria. Nei primi 800 metri quadri è previsto un maxi parcheggio al servizio delle nuove attività commerciali che sostituirebbero l'ex concessionaria.
"Anzichè fermare il consumo di suolo a ridosso del Sebino per salvaguardare il verde e la sempre più ridotta biodiversità, il Comune ha avvallato un'altra pesante ferita al lago. L'intervento posto proprio nell'area di passaggio dei bufo-bufo che, dal Monte Alto di Clusane va verso il lago, dove gli anfibi si riproducono.
L'area è l’unico «corridoio ecologico» rimasto della sponda bresciana", afferma Dario Balotta, presidente del circolo Legambiente Basso Sebino.
"L'edificazione - prosegue - finirà per moltiplicare il traffico già congestionato della strada provinciale litoranea tra Iseo e Paratico. Il Comune aveva la possibilità di limitare sensibilmente l'entità della cementificazione, almeno dei 5000 mq di area boscata classificata come area agricola di salvaguardia, mentre gli altri 8000 mq passeranno da un ambito di trasformazione non residenziale a funzioni commerciali che impoveriranno sempre di più le attività di vicinato, snaturando la socialità della comunità clusanese. Non si ferma la cementificazione selvaggia, che sta degradando e snaturando l'abitato del Dossello,sopra Clusane".
"Nelle aree a lago prospicienti il piano attuativo con destinazione commerciale sono insediate imprese turistico ricettive all'aria aperta che, con le nuove attività intensive che si andranno a creare, subiranno una dequalificazione. I campeggiatori rispetto al turismo di massa cercano tranquillità e paesaggi naturalistici accettabili. In contrasto con le indicazioni comunitare di adattamento al cambiamento climatico, alla ricucitura del tessuto sociale e allo sviluppo di politiche di sostenibilità, siamo di fronte ad una urbanizzazione selvaggia che dura da anni, da fermare definitivamente", conclude Dario Balotta.