È stato – aggiunge don Lauro – un sacerdote entusiasta, innamorato dell’unità, ha servito la nostra Chiesa e quella di Bolzano che, attraverso il vescovo Ivo, ne ha apprezzato le doti di uomo e di prete”.
Come accaduto fin dall’inizio di questa drammatica emergenza, monsignor Tisi ricorda con affetto gli ammalati, i familiari, gli operatori sanitari: “Dedico la maggior parte del mio tempo a pregare per voi, non potendo esservi vicino in altri modi”. “Nell’affidarvi a Dio, cari ammalati, vi giunga la mia vicinanza: Coraggio, il Signore vi ama!”. L’Arcivescovo di Trento guarda poi “a tutti i familiari, che sentono – nota – la sofferenza atroce di non poter essere accanto ai propri cari: Signore – invoca Tisi – , manda la tua Madre, compagna del dolore, a confortarli e rasserenarli”. Quindi la preghiera a Dio per tutti gli operatori sanitari: “Oltre a darci una splendida lezione di amore – sottolinea l’Arcivescovo –, hanno bisogno di essere sostenuti perché lo sforzo che affrontano è davvero immane”. In essi, secondo don Lauro, si realizzano le parole di Gesù: “Ero malato e mi avete visitato”. Fa’, Signore, che non si fermi a quest’ora la nostra gratitudine per il loro servizio, perdonaci per le troppe volte in cui non ci siamo accorti della loro essenziale e silenziosa presenza”.
“Donaci – aggiunge quindi don Lauro, rivolgendosi all’intera comunità – la saggezza nel comprendere l’importanza di atteggiamenti responsabili per il bene comune. Il dramma universale di quest’ora – conclude – ci faccia ritrovare le ragioni dell’incontro, scoprire che non c’è alternativa alla globalizzazione della solidarietà. Ci aiuti a capire che essere connessi, senza la forza dell’amore, non porta da nessuna parte”.
Infine, un grazie fraterno ai sacerdoti per quanto stanno facendo nel mantenere vivo il rapporto con le loro comunità e “in particolare ai parroci delle comunità attualmente più colpite dall’epidemia”.