Una situazione anomale e, se le temperature resteranno così alte, il 2017 sarà un anno decisamente da dimenticare per i ghiacciai, già molto ridotti negli ultimi anni.

Basta salire al Presena, oppure osservare la Presanella (nella foto) e l'Adamello per rendersene conto, ma anche recarsi allo Stelvio oppure al ghiacciaio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio, che si è spaccato in tre ghiacciai più piccoli - uno vallivo e due montani- con un collasso continuo del suo settore inferiore.
Il caldo di quest'estate sta creando una perdita di non poco conto, considerando che la ricostituzione di un ghiacciaio avviene in tempi molto lenti anche con condizioni climatiche diverse dalle attuali, segnate dal susseguirsi di anni record per il caldo e dalle scarse precipitazioni invernali. Lo scorso inverno al Presena sono caduti meno di 4 metri di neve, mentre la media è attorno ai 16 metri e nelle annate importanti (anni '70) arrivava fino a 25-30 metri.
E non solo, l’analisi delle variazioni volumetriche avvenute negli ultimi decenni – dal 1981 ad oggi - ha evidenziato un rilascio idrico da parte dei nostri ghiacciai, considerando solo quelli delle Alpi Centrali, pari a 2000 miliardi di litri, l’equivalente di 800.000 piscine olimpiche e 4 volte il lago Trasimeno. Un fenomeno particolarmente preoccupante visto l’importante ruolo dei ghiacciai e della loro intensa fusione nel produrre acqua, soprattutto nel periodo estivo, utile a mitigare i periodi di siccità e cruciale per la produzione di energia idroelettrica.