Madonna di Campiglio – Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha fatto il punto dopo il dibattito avuto oggi col Governo. L’indirizzo dell’Esecutivo è chiaro: chiudere impianti da sci e confini regionali almeno fino a gennaio 2021. Ma nessuna certezza è stata data per l’avvio della stagione turistica nemmeno nel nuovo anno.
“Da parte nostra non creiamo polemiche, ma crediamo che se il Governo come pare decide di chiudere deve darci una prospettiva di riapertura. Il settore si deve organizzare, non ci sarebbe una data certa nemmeno per il mese di gennaio. Oggi abbiamo avuto il vertice Stato Regioni, domani ci sarà il passaggio parlamentare, poi il Governo riconvocherà le Regioni e valuteremo: noi dobbiamo dare risposte certe al settore turistico. Il tema centrale per noi è soprattutto quello degli impianti da sci. Abbiamo ribadito la nostra posizione: con una garanzia di situazione sanitaria consolidata come quella attuale, noi saremmo per la riapertura. I dati attuali danno una situazione grave ma stabile e nei prossimi giorni potremmo avere un quadro delineato. La proposta è sempre la stessa, la riapertura con protocolli anche prima di Natale solo per chi pernotta e per chi ha propria casa in zone turistiche o chi l’affitta. Un’ipotesi restrittiva, ma c’è un’impostazione diversa del Governo: non si apre per Natale, ma non c’è una garanzia di una data per un’ipotetica riapertura. Crediamo che Governo vuole andare per la propria strada. Si è preso un po’ di tempo: aspetteremo domani. Gli spazi di manovra mi sembrano limitati. Il Governo ha assicurato che si va verso una linea europea di chiusura, vedremo se sarà davvero così: in ogni caso, c’è necessità di avere ristori certi. Dall’altro lato, sul fronte spostamenti, non ha dato risposte definitive e chiarimenti: un trentino può andare in Veneto e viceversa? Probabilmente per la risposta definitiva si attende l’esito del dibattito parlamentare. Sul tema scuola, c’è convinzione di riapertura post-vacanze natalizie. Anche in questo caso la nostra posizione sarebbe diversa, con un’apertura prima di Natale e graduale”, le parole di Fugatti.
L’assessore all’artigianato, commercio, sport e turismo della Provincia, Roberto Failoni, ha espresso preoccupazione e perplessità: “Da Roma sono arrivate alcune indicazioni su ciò che si vorrebbe fare. Da parte del ministro Speranza indicazioni su diversi aspetti: impedire vacanze in montagna, impedire spostamenti natalizi, impedire spostamenti tra Regioni. La battaglia va fatta agli assembramenti, non alla montagna e agli sci. Noi abbiamo posto l’attenzione per il futuro dei territori e per gli stagionali. Senza certezze, secondo me corriamo un ulteriore pericolo: abbiamo chiesto data certa anche dopo gennaio, ma dobbiamo stare attenti perché per Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta corrono il rischio di non poter ospitare nessuno senza la mobilità. L’economia verrebbe ammazzata”.
Il piano B: “Con la task force del turismo abbiamo preparato un’altra campagna nel caso non si possa sciare, che ricorda agli italiani che ci siamo, che siamo territorio incontaminato e che abbiamo numerose opportunità. Noi partiremo con questa campagna e poi vedremo le decisioni finali”.
Un pensiero ribadito da un successivo post dell’assessore sui propri profili social: “DAL GOVERNO SOLO INDICAZIONI CONTRO LA VACANZA IN MONTAGNA: DOV’È FINITA LA BATTAGLIA AGLI ASSEMBRAMENTI?
Vertice Stato-Regioni questa mattina con i Ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia. Dalle parole del Governo abbiamo colto tre indicazioni: no alla vacanza in montagna, no al Natale e al Capodanno e, in particolare, no agli spostamenti tra regioni.
Come Regioni abbiamo fatto presente al Governo la nostra contrarietà a questa impostazione: dov’è finita la battaglia agli assembramenti? Non si parla più di evitare le occasioni e i rischi di contagio, l’orientamento è quello di vietare in ogni caso la vacanza in montagna.
Si tratta di un NO chiaro allo sci e a tutto quello che è vivere la montagna in generale. Non vediamo la logica in tutto questo. Chiudiamo la montagna ma allo stesso tempo permettiamo assembramenti in città o in altri luoghi. Al Governo abbiamo chiesto anche delle certezze dovesse rimanere questo no aprioristico alla montagna. Abbiamo infatti bisogno di una data di apertura, le nostre aziende devono potersi preparare. Solo così si potranno assumere almeno una parte dei tanti lavoratori stagionali che con la decisione di non permettere il turismo durante le festività natalizie rischiano di rimanere a casa senza un reddito.
Dal Governo non dovrà poi mancare un’attenzione a tutte le imprese che vivono del turismo invernale, vanno predisposti dei ristori calcolati sulla base del fatturato dell’anno scorso. Serve anche un’attenzione straordinaria ai dipendenti che rimarranno senza occupazione, poiché molte aziende potrebbero non aprire nemmeno senza un avvio certo della stagione.
Domani il Governo sarà in Parlamento per riferire sulle misure che sta preparando per il prossimo DPCM. Confidiamo che l’aula possa far comprendere l’immenso danno che questa logica causerà alla montagna, alla sua occupazione e al suo indotto.”