Dimaro Folgarida - I colori della natura, la rigenerazione alle terme, un percorso silenzioso in e-bike. Oppure una passeggiata a cavallo, un’esperienza di detox digitale e un viaggio alla scoperta delle erbe officinali. Sono queste le esperienze vincenti dell’estate montana 2022. Lo suggeriscono le scelte degli operatori turistici, chiamati a rispondere a una crescente domanda di benessere da parte dei visitatori.
Ma lo confermano anche gli psicologi, sempre più attenti nel cogliere i segnali di un diffuso bisogno di rigenerazione. Sullo sfondo, ovviamente, c’è l’eredità del Covid e la voglia di lasciarsi definitivamente alle spalle le scorie della pandemia. E in primo piano, va da sé, c’è proprio l’ambiente alpino con le sue risorse e le sue potenzialità.
Tra i monti relazioni sociali migliori
«La montagna è tipicamente associata al benessere che, a sua volta, è considerato prioritario rispetto al divertimento», spiega Filippo Rutto, psicoterapeuta, specialista in Psicologia della salute e docente a contratto di Psicologia dinamica all’Università di Torino. «Per capirci: se vogliamo divertirci, dobbiamo prima poter stare bene e per raggiungere questa condizione abbiamo bisogno di un ambiente idoneo».
L’idea, ovviamente, assume ancora più forza nel contesto attuale. Il virus ha stravolto le nostre vite generando profondo disagio e limitando la nostra socialità. La voglia di ritrovare interazione e vicinanza non manca ma il trauma della pandemia rende tutto più difficile. Ecco, prosegue il docente, perché alcuni luoghi possono prestarsi meglio allo scopo: «Nell’ambiente montano le persone interagiscono tipicamente all’interno di un gruppo ristretto sperimentando relazioni sociali qualitativamente migliori. Al mare, per contro, è maggiore il rischio di perdersi all’interno di una massa dove gli scambi sono più superficiali. L’esperienza della montagna, in altre parole, ci offre l’occasione di riabituarci progressivamente alla relazione e alla vicinanza con l’altro».
Per potenzialità e caratteristiche, la montagna resta un luogo privilegiato, conferma Adriana Pischedda, psicocologa, psicoterapeuta e specialista in Psicologia della salute. «Sul tema del recupero della socialità non sottovaluterei alcuni aspetti simbolici a cominciare dai vestiti, che in spiaggia non usiamo e che nel contesto attuale post pandemia possono rappresentare una barriera rassicurante».