"Gli adulti che popolano l’attuale momento storico sono stati definiti “uomini e donne senza trascendenza e senza trascendenze”. Sul piano dell’esperienza concreta, tale realtà si traduce per l’adulto in una sorta di rifiuto del senso del limite. La morte stessa sembra non toccarlo, abitato com’è dal mito dell’eterna giovinezza. A dominarlo sembra infatti essere la spasmodica ricerca del godimento, nelle sue molteplici forme, che lo rende perfettamente funzionale alla società dei consumi. Questo adulto, allergico ad ogni responsabilità, pensa la propria esistenza come laboratorio di continue sperimentazioni possibili. Amara illusione, a cui fa da contraltare il tasso di angoscia, di frustrazione, di rabbia che segna il nostro tempo.
La stanchezza che abita oggi le nostre comunità, rendendole spesso spazi dove si replicano gesti rituali e pratiche organizzative senza passione, non autorizza certo a sperare di raccogliere l’attenzione e l’interesse di questo universo adulto. Per questi uomini e donne in cerca di libertà, e nello stesso tempo angosciati, come Chiesa abbiamo la possibilità di consegnare il nome di Gesù e il suo Vangelo.
È in questa via che dobbiamo muoverci, per offrire all’uomo contemporaneo, quale proposta di vita e di pensiero, la mitezza.