L'Agenda delle Valli

Castel Caldes, l’incontro dedicato al pittore Elia Naurizio

Inizio: 19/08/2025 dalle ore 17:00 - Fine: 19/08/2025 alle ore 20:00 IT
Sarà dedicato al pittore Elia Naurizio (Trento, 1589-1657), autore di preziosi dipinti su tela e affreschi conservati nelle chiese e nei musei del nostro territorio (sua ad esempio la “Congregazione generale del Concilio di Trento” oggi al Museo Diocesano Tridentino), l’incontro in programma martedì 19 agosto a Castel Caldes. L’appuntamento è alle 17, nel maniero solandro, per approfondire assieme agli esperti come le esperienze dell’artista a Roma e a Innsbruck abbiano influito sulla creazione delle sue opere, ancora oggi presenti in Val di Sole. Quattro storici dell’arte dialogheranno sulla figura di un artista le cui vicende biografiche sono state recentemente oggetto di studio nel saggio “Elia Naurizio: un pittore trentino tra Roma, Innsbruck e Trento” di Chiara Facchin, pubblicato sulla rivista “Studi Trentini. Arte”.



I lavori e le importanti esperienze di Elia Naurizio fuori dai confini del principato vescovile nella prima metà del Seicento saranno presentate da Luca Gabrielli, direttore dell’Ufficio per i beni storico-artistici della UMSt soprintendenza per i beni e le attività culturali, nonché da Raffaella Colbacchini, Chiara Facchin e Salvatore Ferrari, funzionari dello stesso ufficio. Interverranno Franco Marzatico, dirigente generale della UMSt soprintendenza per i beni e le attività culturali e Denis Ton, direttore della rivista “Studi Trentini. Arte”.
L’incontro è promosso dalla Società di Studi Trentini di Scienze Storiche - APS e dall’UMSt soprintendenza per i beni e le attività culturali, con la collaborazione del museo Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali.

Il pittore Elia Naurizio (Trento, 1589-1657): per approfondire
“Desiderava pur avanti questo viaggio riveder la mia patria”. Così scriveva Elia Naurizio, il 25 settembre 1628 da Malé, in una lettera indirizzata a un conte di sua conoscenza al rientro nel principato vescovile dopo i cinque anni trascorsi a Innsbruck come pittore di corte presso l’arciduca d’Austria Leopoldo V e una breve esperienza nell’Ordine religioso dei Servi di Maria nella stessa città. Una volta tornato in patria, però, l’artista risiederà a Trento, sposerà Maddalena Manart e lavorerà per committenti pubblici e privati realizzando numerose opere, dipinti su tela e affreschi a tema soprattutto sacro ma non solo, ancora oggi presenti nelle collezioni museali e nelle chiese di molti centri trentini. Altro discorso, invece, riguarda la creazione di apparati effimeri che ornavano le città in occasioni particolari come eventi mondani e ricorrenze religiose, che conosciamo solo attraverso alcune stampe dell’epoca e i documenti d’archivio.

Nonostante il suo nome sia noto grazie a opere come il dipinto della Congregazione generale del Concilio di Trento (1633), oggi esposto al Museo Diocesano Tridentino, composizione ripresa e riproposta molte volte nel corso del Seicento per documentare l’importante avvenimento storico, molti erano ancora gli interrogativi relativi alla formazione di Elia. Figlio del pittore Paolo Naurizio, l’artista è documentato nel 1613 a Croviana in Val di Sole, impegnato plausibilmente con il padre nella decorazione della chiesa di San Giorgio. Dopo questo episodio, però, il suo nome scompare dai documenti del principato vescovile di Trento e lo ritroviamo solo nell’agosto del 1623 a Innsbruck.

Partendo dall’esame di alcuni documenti conservati in archivi romani, il saggio di Chiara Facchin ha permesso di identificare il pittore fra gli artisti gravitanti a Roma, mettendo finalmente in luce l’attività di Naurizio in questo decennio. Lasciata la propria città natale, infatti, l’artista continua la propria formazione fra i grandi monumenti antichi e l’ingegno dei maestri contemporanei che animavano la scena artistica della città papale. Una vicenda che lo porterà a incrociare il cammino di pittori quali Domenico Zampieri detto il Domenichino e Giovanni Battista Viola, prima di trasferirsi Oltralpe e tornare infine nel principato.

Artista ormai strutturato, capace di interfacciarsi con le richieste della committenza tridentina, riuscirà a rispondere ai desideri di quest’ultima con opere ancora oggi ben identificabili, spesso conservate nei contesti architettonici per i quali sono state create, come testimoniano le pale d’altare e gli affreschi che si trovano in Val di Sole, fra i quali il ciclo pittorico eseguito per la famiglia Thun nel 1629 all’interno della cappella di Santa Maria a Castel Caldes, ma non solo.

 
Ultimo aggiornamento: 14/08/2025 09:01:46