ARCO (Trento) - È stata recentemente presentata a Trento al castello del Buonconsiglio la statua stele risalente all’età del Rame, consegnata da un privato e recuperata l’anno scorso a Mezzolago in valle di Ledro.
Il nuovo reperto, recuperato dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia in collaborazione con il Nucleo di Venezia del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, si aggiunge alle otto statue stele preistoriche rinvenute ad Arco tra il 1989 e il 1990 durante gli scavi per la costruzione del nuovo ospedale, esposte al Mag a Riva del Garda. Si tratta di otto splendidi esempi della statuaria antropomorfa preistorica, il maggiore dei quali raggiunge i 215 centimetri di altezza. Il nuovo reperto è una statua stele maschile in marmo che rientra nel fenomeno europeo della statuaria antropomorfa, diffuso dall’Ucraina all’Atlantico nel terzo millennio a.C., documentato in Trentino-Alto Adige dal ritrovamento di ventidue esemplari che rientrano nel Gruppo atesino.
«L’amministrazione di Arco ringrazia l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza e il Nucleo di Venezia del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale -dice l’assessore alla cultura Massimiliano Floriani- per aver recuperato questo ennesimo, importante reperto, che con ogni probabilità si trovava ad Arco e si trovava assieme alle altre otto statue stele rinvenute 35 anni fa durante la costruzione dell’ospedale. Siamo d’accordo che non vengano divise, perciò concordiamo sull’intenzione di esporre anche l’ultima ritrovata al Mag. Ricordiamo però che quando le statue stele furono ritrovate e poi restaurate ed esposte, con la Provincia era stata fatta l’ipotesi di crearne delle copie da installare all’ingresso dell’ospedale, assieme a una pannellistica che spiegasse la loro origine e le loro caratteristiche. Con l’occasione di questo nuovo ritrovamento, quindi, vogliamo sollecitare la Provincia perché sia dato il giusto spazio anche ad Arco, dove le statue stele sono state ritrovate, e questo si potrebbe fare, appunto, dando concretezza al progetto degli anni Novanta di realizzare delle copie e di creare uno spazio dedicato all’esterno dell’ospedale».