E allora ci siamo detti: se possiamo fare PontedilegnoPoesia, con l’inaugurazione del decimo totem, possiamo fare anche il resto”.
Inizialmente si era pensato ad un programma ridotto ed invece è diventato un programma come gli altri anni, forse anche più corposo. “Ci siamo incontrati con Pro Loco e Biblioteca Civica e abbiamo deciso di fare un percorso in comune, almeno per alcuni eventi e per venire incontro alle rispettive esigenze. Certo, ognuno ha continuato a fare autonomamente proprio eventi, la Pro Loco ha allestito alcuni spettacoli in piazza o al Palasport, noi abbiamo portato avanti il nostro Festival di musica classica “In montagna con…l’assoluto musicale”, ma in taluni casi unire le forze è stato un ben segnale”.
Cosa l’ha soddisfatta di più? “La disponibilità di alcuni personaggi a venire a Ponte di Legno. E’ stato così per don Marco Pozza, che essendo personaggio televisivo, quest’anno più che mai, è conteso da molte parti; ma anche per musicisti di primo piano come Francois-Joel Thiollier o Guido Rimonda. Il rapporto con loro si è sempre più consolidato. Stanno diventando presenze fisse della nostra estate e vorrei che continuasse così anche in futuro”.
Se dovesse mettere in cornice un momento di questa edizione, quale metterebbe? Andrea Bulferetti non esita nel rispondere: “Ne metterei due. Il momento in cui abbiamo consegnato il Premio MirellaCultura 2020 a medici ed infermieri per il loro impegno nella lotta al Covid. Molti hanno avuto i brividi, nell’ascoltare la motivazione e poi le loro parole. E poi la serata in ricordo di Papa Paolo VI, nella chiesa parrocchiale, con la performance di Luciano Bertoli. Però è un parere personale, che rischia di far torto ai protagonisti degli altri appuntamenti”.
E adesso? “Adesso – risponde Andrea Bulferetti - abbiamo questa Scuola di cultura politica, tre giorni dal 12 al 14 settembre. In queste settimane molti hanno detto che il nostro Paese ha bisogno di una nuova classe politica, in particolare quella degli amministratori pubblici. Perfettamente d’accordo. Questa scuola l’avevo in mente da due anni, con la collaborazione di alcuni amici avevamo messo le basi e fissato la prima edizione per l’inizio di aprile, poi è arrivato il lockdown. Ora abbiamo selezionato oltre sessanta giovani di età compresa fra i 18 e i 31 anni, provenienti da 14 regioni italiane, che per tre giorni, a porte chiuse, potranno ascoltare le relazioni di esponenti di primo piano della vita pubblica. Due punti ci tengo a sottolineare: questa scuola non vuole avere e non avrà una connotazione politica e poi è tutta completamente gratuita, dalla formazione all’ospitalità. E’ un piccolo sforzo che facciamo per il nostro Paese”.