Bottea, sacerdote e storico, a cento anni dalla morte”, svoltosi a Monclassico nel 1995.
Udalrico Fantelli nella sua relazione “Profilo biografico di un sacerdote studioso” ricorderà la solida base culturale di don Bottea, in grado di supportare le sue indagini archivistiche, confluite nella pubblicazione di alcuni libri e diversi articoli di carattere storico.
Paolo Dalla Torre si occuperà invece in modo più specifico di “Don Bottea, la Cronaca di Folgaria e gli archivi, memoria della comunità locale”. Il lavoro archivistico richiese al sacerdote tempi lunghi, preceduti dal necessario ordinamento e dalla successiva inventariazione degli atti. Compiuto questo lavoro fra l’estate del 1851 e lo scadere del 1853, don Bottea decise di “ripassare a bell’agio quei documenti, estrarne le cose più importanti, e poi combinarle assieme per tal foggia da ricavare una breve e succosa cronaca di questo paese”.
Le parole di incitamento con cui quest’uomo di chiesa, che metodicamente si era dedicato al riordino delle carte comunali di Folgaria, concluse la sua opera risuonano ancora attuali: “I vecchi Folgaretani hanno amata la patria, la hanno amata assai… Sorgano nella presente e nelle future generazioni diligenti emulatori di patriottico zelo, e abbondanti frutti di privato e pubblico onore coronino l’esempio dei vecchi Folgaretani”. "L’approfondimento culturale su don Bottea - spiega Stefania Schir, assessore alla Cultura del Comune di Folgaria - ha spinto l’Amministrazione comunale all’acquisto di una copia della Cronaca di Folgaria del 1860 che sarà mostrata in questa occasione".