Brescia - "Se tutto fosse stato sigillato alla perfezione non sarebbe successo", è questa la conclusione delle perizie sulla Croce dell'Androla a Cevo (Brescia), crollata il 24 aprile 2014, uccidendo Marco Gusmini, 21enne di Lovere (Bergamo). Sfilata di testi al processo che si sta celebrando davanti al giudice del tribunale di Brescia Riccardo Moreschi con imputati l'allora presidente dell’associazione culturale "Croce del Papa", altri tre componenti e il direttore dei lavori.
Giuseppe Sbaraini, che ha collaborato con l’artista ideatore dell’opera, ha illustrato in aula le modalità di realizzazione ed evidenziato che doveva essere effettuata l'impermeabilizzazione della croce.