Nel corso della vendemmia il meteo favorevole ha permesso un’ottima maturazione delle uve, permettendo altresì una raccolta regolare".
I progetti per il futuro?
"Nell'assemblea annuale abbiamo posto le basi per uno sviluppo nell'arco del triennio, partendo da un approfondimento e valutazione dell'andamento della viticoltura nel Nord Est Italia e nello specifico in Trentino, come reagire alle situazioni di criticità e come valorizzare la viticoltura nella Valle dei Laghi. Abbiamo impostato una struttura tecnica interna che segue passo dopo passo i nostri soci sia nella gestione del vigneto vche nelle scelte di rinnovo varietale in funzione della vocazionalità del territorio. Una scelta fondamentale per proseguire con determinazione nel percorso di miglioramento della qualità dei nostri vini".
Avete in programma anche interventi strutturali?
Il primo stabilimento è stato realizzato negli anni '60, mentre il secondo è degli anni '80, quindi abbiamo pensato di rinnovare una parte, con sistemi moderni, che porterà ad un indubbio vantaggio anche nel conferimento delle uve che ricordiamo vengono per la totalità raccolte a mano. E' questa la filosofia della nostra Cantina e a mio parere deve essere creato "Un sistema Toblino". Il percorso è stato illustrato ai soci, a inizio 2020 pensiamo di poter presentare uno studio preliminare, quindi passeremo alla valutazione dei costi e alla tipologia dell'intervento, che dovrà essere compatibile con l'attività produttiva della cantina".
E per quanto riguarda i vini?
"Porremo ancora più attenzione alle produzioni di qualità ed autoctone, svilupperemo progetti di valorizzazione della Nosiola, e nel contempo continueremo a puntare sulla coltivazione dello Chardonnay adatto alla produzione di Trentodoc. Partendo dalla storia e da quanto è stato fatto nel corso degli ultimi anni punteremo ad ampliare la produzione Bio, con nuove sperimentazioni. E' una scelta ben precisa che ci sta dando grandi soddisfazioni e risultati importanti e secondo me sarà anche il futuro del nostro settore".