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Vertenza Dolomiti Energia, delegazione sindacale in Consiglio provinciale

Le richieste dei lavoratori

TRENTO - A margine dei lavori del Consiglio provinciale, impegnato in questi giorni nella discussione della finanziaria della Provincia, alcuni consiglieri di minoranza e maggioranza hanno incontrato una delegazione sindacale, guidata dal segretario generale della Fiom Michele Guarda, in rappresentanza degli interessi di 34 lavoratrici di call center di un’azienda appaltata da Dolomiti energia, società in mano pubblica con un indotto di oltre 100 persone che si sarebbe resa responsabile di una condotta poco trasparente e corretta.

Questi i fatti: al termine della gara per il rinnovo dell’appalto, si è scoperto che il lavoro passerebbe ad un’altra società che non applicherebbe le clausole sociali per di più con un contratto più povero. Di fatto viene spostato il lavoro da una società ad un’altra, senza il rispetto delle clausole sociali e dei contratti: un precedente molto grave e pericoloso, ha detto Guarda che ha chiesto un intervento forte della proprietà e ha annunciato che è in corso un’azione giudiziaria che chiede l’annullamento della gara, alla quale si sono associati anche i sindacati.

I consiglieri hanno replicato che in materia sono stati presentati due ordini del giorno alla finanziaria in discussione, uno di minoranza e uno di maggioranza. Lucia Maestri (PD) ha annunciato il deposito di un documento di Ada, precisando che la questione è più complessa ed ampia perché di fatto ci si dovrebbe interrogare su cosa voglia fare la Giunta con le sue partecipate. L’ordine del giorno chiede alla Giunta di intervenire subito su Dolomiti Energia per bloccare la delocalizzazione del call center e garantire la tutela dei lavoratori rivedendo la gara d’appalto e assicurando il rispetto delle clausole sociali e dei contratti collettivi.
Diciamo che la soglia minima è la parificazione dei contratti, ha aggiunto, precisando che questo è uno dei 15 punti irrinunciabili nella trattativa in corso con la Giunta sul bilancio della Provincia. Il fatto che ci sia un altro documento di simili contenuti del collega Kaswalder, fa pensare che ci sia un’attenzione trasversale della politica sulla questione.

Walter Kaswalder (Patt) ha ricordato che il 68,7% di Dolomiti Energia è in mano pubblica: questo provvedimento va bloccato, ha detto, confermando la trasversalità della questione e la decisa volontà di farsene carico. Gli hanno fatto eco Mirko Bisesti e il presidente Claudio Soini: c’è un’attenzione bipartisan sul tema, che sarà affrontato dal Consiglio provinciale nell’ambito dell’imminente discussione degli ordini del giorno richiamati dai colleghi.

La trattativa sugli ordini del giorno è tuttora in corso. Una settantina i documenti all’attenzione dell’aula. I lavori sono proseguiti nella giornata di ieri fino alle 19 per poi riprendere da lunedì a oltranza, secondo un orario che sarà concordato dai Capigruppo.

Dunque la delegazione con la Fiom ha ricostruito la vicenda spiegando che nel rinnovo dell'appalto Dolomiti ha sì inserito le clausole sociali e l'obbligo di applicare il contratto dei metalmeccanici, ma si è scoperto solo in un secondo momento che il capitolato prevede che tra un anno il lavoro vada via, lasciando per strada le lavoratrici. “Un aggirare le norme che costituisce un precedente grave per il Trentino e i lavoratori in appalto”. “E’ scandaloso che le aziende private, quando ricevono aiuti pubblici dalla Provincia abbiano dei vincoli di restituzione al nostro territorio, mentre un'azienda controllata dalle istituzioni locali cerchi di portare il lavoro fuori dal Trentino”, hanno detto a consigliere e consiglieri, che comprendendo la gravità della questione hanno promesso un intervento nella direzione da noi auspicata. Lavoratrici e sindacato chiedono che la Provincia intervenga per annullare le gare effettuate, ripartire da zero e fare un unico appalto applicando le regole trentine di tutela del lavoro.
Ultimo aggiornamento: 13/12/2025 00:44:58

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