Livigno - Vallaccia di Livigno, stop ai progetti di ampliamento del dominio sciabile. La sentenza della Corte di Cassazione pone lo stop ai progetto di nuovi impianti. Legambiente: "Vittoria completa per la natura. Terremo gli occhi aperti sulle opere olimpiche in alta Valtellina".
Dopo la sentenza della Cassazione arrivani i commenti: "Adesso in Vallaccia demolite tutte le opere e chiusa per sempre la Conferenza di Servizi per i nuovi impianti: la Vallaccia resta alla natura e alle persone che vorranno fruirne rispettandone lo straordinario paesaggio d'alta quota". È la prima reazione di Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, alla lettura della sentenza della Corte Suprema di Cassazione che, a Sezioni Unite, ha confermato in pieno la validità della sentenza del 2017 con cui il Consiglio di Stato, accogliendo le motivazioni del TAR Lombardia sul primo ricorso di Legambiente, che aveva decretato in via definitiva l'illegittimità del procedimento, portato fino all'approvazione del Consiglio dei Ministri nel tentativo di superare i vincoli paesaggistici e ambientali imposti dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria. La Vallaccia, infatti, non è solo tutelata dal Piano Paesistico Regionale, ma è anche una zona di protezione speciale individuata dalla Rete Europea Natura 2000, come sito prioritario per la conservazione della Natura, e come tale ricade sotto la tutela delle direttive comunitarie.
La Corte Suprema non solo ha confermato la validità della sentenza già pronunciata, ma ha anche condannato i ricorrenti - la Società Mottolino e il Comune di Livigno - al pagamento delle spese. Entrando nel merito, la Cassazione ribadisce il pieno titolo del giudice amministrativo a emettere una sentenza che dichiari che la Vallaccia, alla luce del quadro normativo di riferimento, non può costituire un dominio sciabile.