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Upipa, Fenalt e sindacati: botta e risposta sulle rsa trentine

Posti liberi e personale, scontro

Trento - Al termine del lungo ciclo di confronti che Upipa ha organizzato sui territori del Trentino, secondo l'Unione Provinciale "la più forte delle considerazioni che emerge è relativa a una notevole quantità di posti letto che, senza nuove costruzioni e - in qualche caso - con minimi interventi di ristrutturazione, potrebbero essere resi disponibili per fronteggiare la forte pressione sulle liste di attesa per entrare in Rsa. Mettendo insieme queste disponibilità, infatti, si evidenzia che sono presenti l’equivalente di 3 case di riposo di medie dimensioni.
Si tratta di posti letto che potrebbero essere autorizzati come posti convenzionati dalla Provincia oppure, almeno, come privati (con retta a carico totale dell’utente). Nel dettaglio, 73 posti giacciono inoperosi perché non autorizzati; altri 73 potrebbero essere ricavati facendo diventare doppie altrettante stanze singole (non si tratta di eliminare l’offerta di singole, ma di rideterminare l’uso di quelle che, tra esse, hanno una metratura sufficiente); 63 sono classificati come Casa di soggiorno: servizio su cui la pressione delle liste di attesa è infinitamente minore rispetto a quella delle Rsa.
Nelle Rsa trentine gestite da Apsp – ovvero Aziende pubbliche di servizi alla persona – sono autorizzati al momento 4.618 posti, di cui 4.030 convenzionati e 588 privati. Le Apsp gestiscono l’84,8 % dei posti letto autorizzati complessivi, cui si sommano dunque quelli gestiti dal gruppo Spes e da altri privati. Il massimo numero di posti letto autorizzabili in Trentino è definito da una Delibera della Giunta Provinciale (n. 2112) del 2009: questa stabilisce che per le Rsa il numero di posti letto autorizzabili corrisponde al 10% della popolazione over 75 del 31 dicembre 2008. Contando Apsp, Spes e privati si arriva dunque alla stima di 4.966. Come noto, però, la popolazione è invecchiata e non poco, dunque se si prende l’ultimo dato Istat disponibile e si applica – anche qui – il parametro del 10%, risulta facile calcolare che i posti autorizzati dovrebbero essere 6.416. Supponendo che le Apsp debbano ancora gestirne l’84,8%, esse dovrebbero avere 5.440 posti letto autorizzati: il 29,2% in più rispetto a ora.

Dunque: il bisogno sul territorio è cresciuto più della risposta della Provincia.

Altro tema riguarda il fatto che la distribuzione dei posti letto nelle Rsa non è omogenea: rapportando il numero di posti presenti in ciascuna Comunità di Valle a quello di over 75 presenti nella stessa Comunità, si ottengono tassi di copertura che variano dal 13,7% al 4,5% dei posti autorizzati, e dal 10,7% al 3,6% dei posti convenzionati. Forti disequilibri si registrano anche nella distribuzione tra posti privati e posti convenzionati".
Quanto alle richieste del personale, evidenziate in questi giorni da diverse sigle sindacali, la presidente di Upipa Michela Chiogna spiega: "Siamo vicini ai professionisti che si impegnano nelle nostre strutture. Ci rapportiamo spesso con loro e siamo sempre disponibili, ovviamente, a confrontarci anche coi loro rappresentanti. Praticamente in ogni occasione di incontro dell’ultimo periodo, abbiamo parlato di necessità di introdurre e finanziare il parametro mobile (ovvero poter aumentare la presenza di infermieri e oss rispetto al numero di posti letto) soprattutto per venire incontro a chi supporta condizioni di lavoro – connesse alla gravità del quadro sanitario degli utenti – più gravose.

Sappiamo che molto va fatto sulla formazione e anche, altro tema emerso con grandissima forza dai territori, sulla specializzazione: con strutture e risorse adeguate a partire dalla presenza di un giusto numero di posti e di professionisti nei nuclei demenza. Sempre rispetto al personale è chiaro che bisogna intervenire con decisione anche sulla valorizzazione professionale, che passa necessariamente dalle progressioni di carriera e dal riconoscimento contrattuale. Infine, proprio questa settimana abbiamo dato il via ai festeggiamenti per i 25 anni di Upipa. Festeggiamenti che, nel nostro caso, si tramutano in occasioni di confronto, scambio di buone pratiche, momenti di formazione. Stiamo preparando anche il viaggio in Danimarca: Paese in cui si stanno mettendo in pratica soluzioni molto innovative per la gestione dell’invecchiamento".

FENALT: NO ALL’AUMENTO DEI POSTI LETTO SENZA L’ADEGUAMENTO DEL PERSONALE

Resta stupito Roberto Moser, responsabile Fenalt per le case di riposo, nell’apprendere dell’appello di Upipa per ulteriori posti letto nelle RSA trentine: “Se Upipa dice che mancano 1.400 posti letto, noi diciamo che mancano 1.400 operatori. Sono sconcertato dal fatto che Upipa enfatizzi la mancanza di posti letto e non quella degli operatori.
Significa non aver capito, da parte di chi ha responsabilità in materia, che le case di riposo non sono dormitori, non sono un business, ma luoghi di assistenza basati sulla relazione umana”.

"Fenalt ricorda come la grave carenza di personale, determinando carichi di lavoro non sostenibili per chi è in servizio, pregiudichi gravemente la qualità dell’assistenza, soprattutto per gli ospiti non autosufficienti o in gravi condizioni di salute: Non possiamo considerare i nostri anziani dei pacchi da relegare in soffitta! – esclama Moser. Si tratta di persone che hanno bisogno di aiuto e di relazione umana perché le case di riposo oggi sono cliniche per soggetti gravi, spesso non autosufficienti”.
L’appello di Upipa cade proprio nel periodo dell’anno in cui gli operatori stanno programmando le ferie estive. “Nella gran parte delle strutture – racconta il sindacalista - si stanno delineando situazioni paradossali. Per consentire ai colleghi due settimane di ferie estive, quelli che restano al lavoro si troveranno a fare i salti mortali più di quanto facciano ora”. Malgrado il recente aumento delle rette e gli stanziamenti della PaT per salvare i bilanci in rosso, il Sindacato lamenta la mancanza di assunzioni: “Al punto in cui siamo giunti, bisogna avere il coraggio di abbandonare la logica emergenziale e di avviare una riforma del settore in cui sia completamente rivisto il rapporto fra operatori e posti letto e in cui si intervenga per rendere più attrattiva la professione. Senza una progettualità di questo tipo, chiedere posti letto in più significa solo peggiorare l’assistenza. E questo non lo vogliono neppure i familiari”.

Fenalt confida nella recente promessa dell’assessore provinciale alla salute, Mario Tonina: “L’assessore si è impegnato a convocare nei prossimi mesi un tavolo per fare il punto sul settore – ricorda Moser -. Quello sarà il contesto in cui confrontarsi e assumere decisioni che mirino al benessere di ospiti e operatori. Bisogna che sia ben chiara una cosa: la qualità dell’assistenza percepita dagli anziani è direttamente proporzionale al benessere degli operatori. Se chi lavora sta bene, è più facile che siano contenti anche gli ospiti. Altrimenti rassegniamoci pure a trattare i nostri anziani come pacchi da accatastare in soffitta. Ma è questo quello che vuole la società trentina?

LA RISPOSTA DEL SINDACATO
Prendiamo atto della rilevazione dei posti mancanti nelle Rsa Trentine a fronte dell’aumentata richiesta e degli stessi parametri provinciali previsti, ma l’attivazione di nuovi posti equivalenti, a quel che leggiamo, a circa tre nuove RSA, pur auspicabile, deve prioritariamente prevedere nuove assunzioni di personale a tutti i livelli, oltre a dare risposte urgenti a quello che già oggi assicura i servizi ai nostri anziani, in condizioni di grande difficoltà sia per carenze di organico che per il mancato riconoscimento giuridico ed economico del proprio lavoro”, così Luigi Diaspro e Alessandro Lazzarini, rispettivamente Segretario Generale e Funzionario del Settore Apsp della Fp Cgil del Trentino.

"Le condizioni di difficoltà del personale delle Apsp sono arcinote ad Upipa, all’Assessorato e alle singole Strutture. Infermieri, Oss, Ausiliari, Amministrativi danno il massimo malgrado obiettivi carichi di lavoro esorbitanti, continui rientri da riposo, difficoltà a fruire di ferie e a conciliare vita e lavoro. Non secondaria la questione contrattuale, per cui si sta rinnovando il CCPL 22/24 al 6,31% a fronte di un’inflazione al 17% e, per responsabilità specifica di Upipa, si è in attesa da mesi della convocazione dei Sindacati per la chiusura dell’Accordo di Settore. Come pure operare in fretta l’equiparazione dell’utilizzo del buono pasto con quanto stabilito in Sanità grazie all’ultimo accordo sindacale: il personale ha diritto a fruire del buono pasto in caso di turni che non consentono l’accesso alla mensa: si tratta di un’operazione di equità e dignità per il personale, spesso costretto a saltare il pasto con risparmio, peraltro, da parte degli enti".

Salutiamo positivamente interventi che vanno nella direzione di dare risposte, per quanto parziali, alle difficoltà di accesso alle Apsp da parte dei nostri anziani, ma continuiamo a ribadire che il nodo fondamentale continua ad essere quello del personale, per il quale non vediamo una reale presa in carico da parte della Giunta e della stessa Upipa. Le belle parole non bastano, ribadiamo la richiesta di incontro con l’Assessore Tonina: occorrono investimenti sul settore, a partire dalla prossima manovra di assestamento, e occorre chiudere in fretta la discussione sulla revisione dell’Ordinamento Professionale per riqualificare le professionalità e offrire prospettive concrete di riconoscimento e crescita”, concludono i sindacalisti.
Ultimo aggiornamento: 21/04/2024 08:37:43
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