Trento - Dalla piazza no "a nuovi tagli al
welfare pubblico e all'impoverimento di
lavoratori e
pensionati".
Almeno
2.500 persone hanno partecipato questa mattina alla
manifestazione indetta di
Cgil e
Uil in occasione della giornata di sciopero generale contro la legge di
stabilità nazionale. Secondo gli organizzatori, "un lungo serpentone di lavoratori e lavoratrici di tutti i settori e di pensionati ha percorso via Rosmini e via Santa Croce, fino alla sede del
commissariato del Governo per ribadire la netta contrarietà ad una manovra non condivisa con le parti sociali, che non contiene risposte per le emergenze del Paese, dai bassi salari alla sanità pubblica, dall'istruzione ad un modello fiscale iniquo. Buona l'adesione allo sciopero nelle maggiori aziende metalmeccaniche con punte anche del 90% in produzione".
“Questo sciopero è per dare voce a chi lavora, a chi con le proprie tasse sostiene il Paese, a chi ha sempre meno voce perché schiacciato da un costo della vita in continua crescita. Questa non è la manifestazione solo dei no, abbiamo anche avanzato proposte che non sono state ascoltate dal Governo nel momento in cui Palazzo Chigi ha deciso per noi cittadini 7 anni di austerità”, ha detto il segretario della Cgil del Trentino
Andrea Grosselli, mentre il numero uno della Uil provinciale,
Walter Alotti ha ricordato che il Governo si è rifiutato di prendere le risorse necessarie alla manovra dove c'erano.
“Non si toccano gli extraprofitti delle banche né delle grandi aziende. Si mettono le mani sempre nelle tasche di lavoratori e pensionati che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo e si applica una flat tax iniqua”.
Salari bassi che non riescono a star dietro all'aumento del costo della vita, ma anche precarietà e incertezza sul futuro le preoccupazione di molti lavoratori.
Donatella della scuola nel suo intervento si è rivolta all'
assessora Gerosa chiedendo un piano per superare la condizione di precarietà in cui sono molti insegnanti della scuola pubblica.